Nel pieno della stagione turistica glia addetti ai lavori della costa croata sono in trepida attesa dei dati che riguardano l’apice, il mese di agosto. I risultati dei mesi scorsi non sono per niente incoraggianti, affermano, secondo l’associazione degli albergatori la minore affluenza non viene determinata dai rincari ma di una generale diminuzione del potere d’acquisto da parte dei turisti, soprattutto quelli tedeschi. In base ai dati a disposizione nei ristoranti istriani il numero dei clienti è calato del 20 per cento nel mese di luglio, in Dalmazia invece dal 10 al 20 per cento, ma ancora peggio sulle isole dove il calo sarebbe addirittura del 50 per cento. Jelena Tabak dell’associazione dei ristoratori confermando il dato che indica il maggior numero di scontrini emessi, commenta che “il numero dei turisti è superiore all’anno scorso, ma questi spendono di meno”. Il calo di entrate è così più che prevedibile, spiega la Tabak smentendo che tra le possibili cause vi sia quella di un rincaro dei prezzi generalizzato. “In Italia i prezzi dei servizi sono del 16 per cento superiori a quelli croati, del 20 quelli in Germania” ha ricordato. Boris Žgomba dell’Associazione turistica ha confermato che il calo dei turisti tedeschi è del 10 per cento, ciò si fa sentire soprattutto in Istria; “gli ospiti provenienti da altri mercati probabilmente spendono di meno o non frequentano i ristoranti” ha detto Žgomba. Considerazione che viene confermata dai pescatori croati. Intessente pure la posizione nella rubrica del Dnevnik dell’autore Miha Štamcar il quale esprime un concetto molto semplice che “i turisti non frequentano più i ristoranti perché non hanno soldi per questo tipo di lusso”, prima lo facevano, spiega Štamcar perché questa attività non veniva spacciata di nicchia e i ristoratori non venivano dipinti come dei “geni della cucina”. Un altro importante aspetto evidenziato è che prima molto spesso erano delle attività di famiglia, intese come una tradizione da portare avanti e fonte di sopravvivenza. Gli alberghi e i ristoranti in Slovenia e Croazia sono diventati terribilmente cari, osserva l’autore, sottolineando che il profilo di ospite desiderato, quello in grado di spendere 1500 euro per una camera e 350 euro per una camera non esiste.
Dionizij Botter