Un complesso e costoso meccanismo quello per il rinnovo dei vertici di Unione Italiana, ma i nomi di quarantatré consiglieri su settantacinque dell’assemblea sono già noti. In trentanove comunità degli italiani su cinquantuno le candidature sono blindate, basterà quindi un solo voto per essere eletti. Sicuri della riconferma anche figure di primo piano della politica minoritaria. A Sissano, Paolo Demarin, presidente uscente dell’Assemblea di Unione Italiana, non ha contendenti. Stesso discorso anche per Gaetano Benčić a Torre, Elena Barnabà a Verteneglio e Glauco Bevilacqua a Cittanova.
Ilaria Rocchi, caporedattrice di Panorama commenta così: “C’è una scarsità di partecipazione al processo elettorale. La gente non si candida alle elezioni e prevalgono i rappresentanti oramai consolidati, che molto spesso sono lì oramai da tanti anni. Non ci sono soltanto candidature blindate, ma in moltissimi casi ci sono gli stessi nomi presenti da più tempo. Questo accade anche in comunità che auspicavano un rinnovamento generale e da parte di chi a parole lo promuoveva a livello di Unione Italiana, ma che poi non è passato dalle parole ai fatti”.
In ogni modo lo scontro più interessante si giocherà a Pola, dove ci sono ben 15 candidati per 6 posti: due le liste che si contrappongono e tre candidati indipendenti. Due liste in lizza anche a Rovigno, Umago e Buie, mentre a Pirano a per i tre posti a disposizione ci sono una lista e tre candidati indipendenti. A Fiume si contano 8 candidati per sei seggi, mentre a Capodistria e Parenzo i contendenti sono 3 per 2 posti, mentre saranno in due a disputarsi un seggio in assemblea ad Abbazia, Lussinpiccolo, Valle e Visinada
Stefano Lusa