"Due illustri rappresentanti della comunità italiana", così ieri il console generale Giuseppe D'Agosto introducendo il momento del conferimento delle onorificenze ad Alberto Scheriani e Pier Maria Francesconi. Il primo, a Capodistria non ha bisogno di presentazioni, come ha ricordato l'ambasciatore Paolo Trichilo, che nel consegnare ad Alberto Scheriani la decorazione di Cavaliere della Stella d'Italia ne ha sottolineato, oltre agli impegni istituzionali nella difesa degli interessi della minoranza italiana in Slovenia, anche quello nella scuola, settore di vitale importanza per la promozione della lingua e della cultura italiana. "Questo è un riconoscimento all'intera comunità italiana sul territorio", ha dichiarato emozionato Scheriani, rivolgendo poi un pensiero di gratitudine alla sua famiglia e ai suoi genitori.
Personaggio più defilato, ma conosciuto e stimato all'interno della comunità è l'ingegnere Pier Maria Francesconi, padovano, a Capodistria dal 1971, già direttore tecnico della casa motociclistica Tomos, poi a capo dello stabilimento sloveno della Safilo a Ormož, che ottiene il titolo di Maestro del lavoro.
Salito sul palco, ha voluto ringraziare anche la Slovenia: "Venendo dall'Italia in quegli anni la cosa era un po' strana, un po' controcorrente - ha detto - ma sono sempre stato accolto bene, ho potuto formare una famiglia e crescerla". Quella famiglia che oggi è fatta anche di tanti nipoti, che ieri sera hanno voluto essere accanto all'ingegner Francesconi, mischiandosi ai "nuovi italiani" presenti, gli "expat" che al ritmo di 200 all'anno scelgono oggi il Litorale per vivere e lavorare. "Una realtà interessante - ha chiosato il console D'Agosto - che pone al Consolato generale e alla collettività storica italiana residente sfide nuove in termini di servizio e di accoglienza".