Fine anno, tempo di bilanci e previsioni. Per il presidente dell’Assemblea dell’Unione italiana Paolo Demarin quello che ci stiamo lasciando alle spalle è stato, nonostante la pandemia, un buon anno. “Siamo riusciti ad avviare alcuni progetti capitali come il restauro e ampliamento della Scuola media superiore italiana di Buie che concluderemo nel 2022, ma sono state realizzate pure gran parte delle attività culturali e in genere delle iniziative portate avanti dall’UI, dalle Comunità degli italiani e altre istituzioni della CNI”, racconta il presidente dell’Assemblea UI Paolo Demarin, che ricorda alcuni eventi importanti come i festeggiamenti per i 30 anni dell’Unione italiana, le elezioni amministrative in Croazia, la campagna per il censimento e prosegue: “Anche l’Assemblea, nonostante qualche piccolo e giustificato ritardo, dovuto alla situazione contingente, ha svolto il suo ruolo ed è riuscita a discutere oltre che delle questioni correnti pure di argomenti che avranno ricadute a lungo termine, come ad esempio la riforma dell’Unione sulla quale torneremo nei prossimi mesi”. Nonostante i numerosi dibattiti pubblici e le numerose proposte di cambiamento non ci sono ancora - fa capire Demarin - concetti chiari e da qui il sondaggio da lui proposto all’Assemblea d’inizio dicembre che ha portato i consiglieri a esprimersi su alcuni punti fondamentali. “Minore numero di consiglieri ma rappresentatività garantita a tutta la 50.ina di Comunità e ritorno a due presidenti nominati dall’Assemblea con conseguente cancellazione dell’elezione diretta dei presidenti di UI e Giunta sono le novità emerse”, spiega Demarin che per quanto riguarda l’Assemblea si dichiara propenso ad un sistema per così dire bicamerale, con un Consiglio politico di massimo 35 membri affiancato da quello delle Comunità degli italiani. “L’intento era di arrivare a una riforma già nei primi due anni di mandato ma questo ci è stato impedito dalla pandemia perciò bisogna capire quello che riusciremo a fare entro febbraio perché poi a giugno o luglio ci saranno le elezioni”, spiega ancora Demarin ricordando che da diverse parti arrivano input di rinviare la consultazione a settembre.
“Continueremo la battaglia per arrivare quanto prima ad una normativa di tutela permanente da parte di Roma, ma posso dire che entriamo nel 2022 con una maggiore serenità finanziaria”, afferma il nostro interlocutore riferendosi al rifinanziamento da parte dell’Italia delle Legge 73/01 per il triennio 2022/25 ma anche all’aumento dei fondi garantiti dalla Croazia che ormai supera i 3 milioni di euro. Sulla questione relativa al sostegno che i deputati CNI ai Parlamenti di Zagabria e Lubiana, Radin e Žiža, forniscono ai rispettivi governi e sulla polemica che in queste ultime settimane vede coinvolti il parlamentare sloveno ed il presidente dell’UI Maurizio Tremul, Demarin afferma: “Sicuramente ci sarebbe dovuta essere una maggiore condivisione delle richieste formulate con tutte le istituzioni CNI e dunque anche con l’Unione italiana, ma sono convinto che questo contrasto può venir risolto con un po’ di buona volontà e maggiore spirito di collaborazione mentre è chiaro che le minoranze devono avere un collegamento con tutti i governi perciò i parlamentari che le rappresentano devono fare da ponte tra le esigenze delle comunità nazionali e l’esecutivo statale, e questo non soltanto sulle questioni di carattere finanziario ma anche per quanto riguarda riconoscimento, tutela e applicazione dei nostri diritti”. (LPA)
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