Non sono solo canzonette. I testi dei cantautori hanno una loro dignità e possono essere proposti a scuola come spunto per imparare o per riflettere sulla nostra lingua in una maniera accattivante e diversa dal solito. Da qui l'idea della Can costiera e del suo segretario Andera Bartole di far incontrare gli studenti delle superiori italiane di Capodistria, Isola e Pirano con Filippo Graziani, tra i cantautori più promettenti della sua generazione e figlio d'arte: il padre è il grande Ivan, leggenda della musica italiana, scomparso nel 1997, a cui Filippo ha da poco reso omaggio con l'album di inediti "Ivan Graziani - Per gli amici".

Tanti i segreti svelati a Palazzo Gravisi dall'artista, che sollecitato dalle domande di Andrea Effe, ha alternato esperienze personali a qualche ricordo di famiglia. Spiegando che sì, un bel testo, che comunichi quello che senti e che colpisca la fantasia del pubblico, che entri nella testa, è estremamente importante, e che per raggiungere questo risultato occorre ricorrere a qualche stratagemma, perché l'italiano a differenza dell'inglese è una lingua con pochissime parole tronche, difficile quindi adattarlo ai ritmi contemporanei. Nel suo caso, comunque, di solito arriva prima la musica, poi da lì le parole. E così era anche per papà Ivan.

Mentre la preparazione ricevuta a scuola quanto si è rivelata utile nella scrittura dei testi di Filippo Graziani? "Ovviamente fondamentale", risponde. "A scuola si studia la letteratura, la grammatica italiana, e per scrivere i testi bisogna avere la conoscenza della lingua nella quale si scrive. Quindi la scuola deve darti gli strumenti giusti, e anche cercare di spronare la curiosità che ti porta a scoprire scrittori e autori che andando avanti diventano i tuoi preferiti".

Non tutti i ragazzi presenti in sala, forse, si sono sentiti ugualmente coinvolti; al termine più d'uno, comunque, esprime un giudizio molto positivo sull'incontro. Come Xava Tajeroska, che spiega: "Appunto perché abbiamo avuto la possibilità di un contatto diretto con una persona che fa musica in lingua italiana, mentre oggi, si sa, prevale l'inglese. E poi siamo in Slovenia, quindi è importante vedere come la musica può aiutarci anche a diffondere e a esprimerci in questa lingua".