Il colloquio tra Gorščak ed i rappresentanti della CAN Costiera, al quale hanno partecipato pure i responsabili dei programmi italiani di Radio e TV Capodistria è servito a fare il punto della situazione e per uno scambio di idee e opinioni sulle aspettative, spesso disattese, dei programmi minoritari. “Abbiamo affrontato alcune questioni tecniche e sentito i problemi che affliggono RTV Slovenia e naturalmente abbiamo presentato quelli che interessano le nostre due emittenti”, ha dichiarato al termine dell’incontro il presidente della Costiera, Alberto Scheriani spiegando che la questione dell’"unità autonoma" è stata solo sfiorata poiché si tratta di un argomento prettamente politico che va affrontato in altre sedi. “Crediamo che quella dell’autonomia e del finanziamento governativo con i programmi della CNI rientranti sempre nell’ambito del settore pubblico sia la strada da perseguire”, ha detto Scheriani e raccontando che tanto si e parlato sulla ridistribuzione dei contributi dell’Ufficio governativo per le nazionalità ha aggiunto: “In questo momento ci sono le promesse che i finanziamenti arriveranno e anche per quanto riguarda il milione e 600 mila euro che includono le spese per le nuove assunzioni, abbiamo avuto assicurazione che si realizzerà a breve”.

Foto: Radio Capodistria
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Pure la Goršak ha confermato che si è parlato soltanto dei mezzi attualmente previsti non di quelli ipotetici ed ha spiegato che invece non si è parlato di un’eventuale autonomia poiché argomento destinato ad altri indirizzi. “È chiaro che, se qualcuno si vuole separare non può continuare ad essere parte del sistema pubblico”, ha tagliato corto la dirigente che alla precisa domanda su un’eventuale unità organizzativa autonoma composta dai due programmi italiani ha ricordato che gli esempi che ci arrivano dagli altri stati parlano di accorpamenti e unificazioni delle varie strutture degli enti radiotelevisivi nazionali. “La tendenza è unificare e non separare, ma sarà nuovamente la politica a stabilire se seguiremo la strada europea oppure seguiremo una via diversa lasciando ad ognuno il proprio orticello” ha detto la Gorščak che ha incluso in questo contesto pure i Centri Regionali. “Va deciso se questi hanno senso o non lo hanno e anche questa è una questione che va determinata dal legislatore; nel mondo si va verso l’abolizione di questi centri, nascono uffici di corrispondenza, unità produttive o altro”, ha dichiarato la Gorščak aggiungendo che, secondo lei, RTV Slovenia ha bisogno di una strutturale riorganizzazione che porti ad una maggiore collaborazione, ad una politica editoriale uniforme che accomuni digitale, radio e televisione. La responsabile di RTV Slovenia non ha mancato di ricordare infine che tutti i problemi che interessano l’ente nazionale: calo dei contributi, mancanza di finanziamenti e crisi dei quadri si riflettono pure sui programmi delle comunità nazionali.

Foto: Radio Capodistria
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