Il racconto e il bilancio di 22 anni di attività nell’Skgz, ma anche un’occasione per fare il punto sulle relazioni fra Italia e Slovenia, sui rapporti fra le minoranze da una parte e dall’altra del confine, ma soprattutto sui progetti futuri.
Sono stati i due binari del dibattito che si è svolto ieri sera nella sede della Comunità degli italiani di Capodistria, in occasione della presentazione del libro di Rudi Pavšič, “Izbral sem srednjo pot”, “Ho scelto la via di mezzo”, in cui l’ex presidente dell’Skgz, l’Unione Culturale Economica Slovena, racconta la sua esperienza come rappresentante della minoranza slovena, puntata sempre al dialogo e alla mediazione, rifiutando ideologie e contrapposizioni. Accanto all’autore, hanno dialogato la senatrice Tatjana Rojc, che ha moderato l’incontro, e il presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul.
Al centro del confronto, che si è svolto per metà in lingua italiana e per metà in lingua slovena, il percorso difficile, ma anche esaltante, che le due minoranze linguistiche hanno seguito dalla disgregazione della Jugoslavia, con la collaborazione crescente dopo un primo periodo d’incomprensione, i progetti comuni, le relazioni con i due governi, fino a risultati concreti come l’omaggio dei due presidenti che ha aperto la porta alla restituzione del Narodni dom. Un percorso che, guardando indietro sembra dare ragione la linea di Pavšič: “Io – racconta a margine dell’evento - ho sempre tentato di usare il dialogo come strumento per risolvere le problematiche, per impostare il confronto con gli amici, ma anche con coloro che forse in partenza non erano grandi amici. Ho capito che questo approccio ci ha portato lontano, ha portato lontano la nostra comunità assieme alla comunità italiana, e abbiamo fatto un lavoro molto importante di cui oggi sono i massimi rappresentanti i Presidenti dei due paesi”.
“Abbiamo iniziato un percorso - ha aggiunto - che oggi si è molto allargato e penso che questo sarà il futuro di queste zone: io non vedo perché non si possano fare dei passi in avanti in questo senso, per far diventare quest'area un modello europeo, in particolare in questo frangente, in questi momenti di tensioni, di guerra, e di nazionalismi un po' troppo pronunciati. Bisogna usare il dialogo e non ci sono altri strumenti: questo vale per le nostre comunità, l'abbiamo fatto, lo stiamo facendo, e sono sicuro che registreremo degli importanti risultati”.
Una linea che ha trovato d’accordo la senatrice Rojc che ha sottolineato come si sia giunti a un grado di collaborazione fra i due paesi e fra le due minoranze impensabile fino a pochi anni fa. “Per me – ha detto - è un onore tutelare anche la minoranza italiana nelle istituzioni a Roma, perché da esponente della minoranza capisco quali siano i problemi e le esigenze delle comunità linguistiche, ancor più complesse per la minoranza italiana che è divisa fra due Stati".
Maurizio Tremul ha ripercorso l’evoluzione dei rapporti far le due minoranze, che hanno iniziato a collaborare, con dopo un periodo d’incomprensione, prima grazie allo sport, poi con i progetti europei, fino alle prese di posizione comuni, come ad esempio sul seggio garantito per la minoranza slovena in Italia. “Questo – ha detto Tremul – è un momento favorevole per assicurare la rappresentanza parlamentare della minoranza slovena in Italia: i capi di stato hanno dato delle indicazioni, ora spetta al Parlamento, ma la società civile deve far comprendere che è una questione fondamentale".
Alessandro Martegani