“Condividere l'appartenenza a pieno titolo all'Unione Europea apre prospettive affinché Italia, Slovenia e Croazia possano anche affrontare con maggiore serenità le pagine di storia condivise, con particolare riferimento all'epoca degli opposti nazionalismi e dei totalitarismi, a partire dalle stragi compiute nella Venezia Giulia, a Fiume ed in Dalmazia, dalla nascente dittatura comunista di Tito alla fine della Seconda guerra mondiale”.
Lo afferma in una nota Renzo Codarin, Presidente Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, salutando con favore l’ormai imminente apertura delle frontiere fra Slovenia e Croazia. Codarin ricorda gli eventi che nella storia hanno diviso la comunità italiana, a partire dal “confine imposto dal Trattato di Pace del 10 febbraio 1947 che divideva la Venezia Giulia tra Italia e Jugoslavia e separava addirittura Gorizia dalla sua periferia orientale”, passando per “il Memorandum di Londra del 1954 che sanciva la separazione di Trieste dal suo retroterra naturale istriano”, e “il trattato di Osimo che ha posto fine a qualsiasi rivendicazione italiana sulla Zona B del mai costituito Territorio Libero di Trieste”.
“Gli italiani del confine orientale - dice il presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia - hanno vissuto con dolore e sofferenza l'imposizione di confini che nel secondo dopoguerra seguivano la logica delle grandi potenze e della Guerra Fredda, senza alcuna considerazione per le istanze dell'italianità autoctona e del principio di autodeterminazione dei popoli”, e non possiamo che “accogliere con favore la notizia della completa integrazione della Croazia nelle organizzazioni comunitarie e l'abolizione sostanziale del confine sloveno - croato che attraversava l'Istria ed interrompeva la continuità della presenza italiana nell'Adriatico orientale”
“L'adozione dell'Euro e l'ingresso nell'area Schengen da parte della Croazia restituiranno continuità territoriale a Istria, Carnaro e Dalmazia, territorio di insediamento storico di una comunità italiana per lingua, cultura e tradizioni, che si è cementata all'epoca della Serenissima Repubblica di Venezia ed è sopravvissuta alle catastrofi del Novecento”.
“Gli esuli ed i loro discendenti e le comunità italiane nei territori di Slovenia e Croazia potranno finalmente ritrovarsi all'interno di una struttura statuale libera, democratica e favorevole alla salvaguardia delle culture locali”.
Alessandro Martegani