Che la serata sarebbe stata difficile lo si era capito sin dall’inizio. Il primo scoglio da superare è stato quello di trovare il tecnico per accendere le luci e per allestire la sala. Poi si è dovuto far fronte alla richiesta, caldeggiata dai sostenitori della riforma statutaria, di procedere con voto segreto. Gaetano Bencić, la spiega così: “Io sono sicuro che nel voto segreto ognuno esprime al meglio il suo pensiero. Fin ora sappiamo che ci sono stati condizionamenti, diretti ed indiretti, dovuti anche ad una tradizione di tutela... Il voto segreto lascia maggiore libertà di scelta ai consiglieri”.
Alla fine, si è deciso di procedere con voto palese sugli emendamenti e di riservare lo scrutinio segreto solo alla bozza del documento. Respinte in serie le numerose proposte di modifica presentate soprattutto dal presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. Tra gli emendamenti anche quello che voleva conservare il voto diretto per l’elezione del presidente dell’Unione e di quello della Giunta. Non restava, quindi, che arrivare al voto segreto sulla bozza di statuto per mettere fine al dibattito sulla riforma dell’Unione. A quel punto, però, i sostenitori del nuovo statuto si sono accorti di non avere i 36 voti necessari per approvare il documento ed hanno scelto di far cadere il numero legale, rimandando tutto a data da destinarsi. Per Gaetano Bencić il dibattito di queste due settimane si è svolto all’insegna di vari tatticismi e ostruzionismi. La decisione di andarsene, dunque, non è stata altro che la logica conseguenza di tutto ciò. La constatazione di fondo, però, è che a Cittanova non c’erano tutti quelli che avrebbero potuto esserci.
Il presidente dell’assemblea, Paolo Demarin adesso cercherà di correre ai ripari: “Io farò quello che devo fare, contatteremo tutti i consiglieri e vedrò quando sarà possibile convocare l’assemblea la prossima settimana per avere quante più presenze e concludere il processo di voto, qualunque sia l'esito”.
Mercoledì o giovedì prossimo, però, il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul è intenzionato ad indire le elezioni: “Rimane il fatto che per adesso resta in vigore lo statuto attuale, che comunque è in regola con la legge sulle associazioni. In base ad esso il presidente dell’Unione deve indire le elezioni sessanta giorni prima dello scadere del mandato”.
In questo momento l’unica cosa certa è che i sostenitori ed i detrattori della riforma statutaria metteranno in campo tutte le loro energie per arrivare alla bocciatura o all’approvazione del documento. Il verdetto a questo punto dovrebbe arrivare la prossima settimana.
Stefano Lusa