![Foto: Unione Reno Galliera Foto: Unione Reno Galliera](https://img.rtvcdn.si/_up/upload/2025/02/09/66421959.jpg)
A 21 anni dalla proclamazione del 10 febbraio a Giorno del ricordo non c’è ancora concordanza di vedute nel ricordare le vittime delle foibe e la tragedia dell’esodo. Prova ne è l’orripilante e insulso vandalismo - qualche giorno fa- ad uno dei luoghi simbolo di quei tristi fatti storici: l’inghiottitoio di Basovizza. Seppur nata con il patrocinio del centrodestra e dopo sessanta anni di omertà e silenzio, in tanti speravano che con la complicità degli studi e delle ricerche storiche, sarebbe diventata una solennità condivisa a ricordo di un dramma derivato da circostanze più complesse. E sbagliavano poiché a più di vent’anni dalla promulgazione e a quasi ottanta dagli eventi, le strumentalizzazioni – sia di destra che di sinistra - non cessano e la storia è ancora sempre, purtroppo, lo strumento migliore per legittimare le rispettive posizioni. In Italia, ma anche in Slovenia e Croazia. In queste ultime due - forse - si tende più ad ignorare, a non voler considerare una pagina che ha interessato territori che -oggi - sono di loro sovranità. Se ne ricordano soltanto per rispondere a qualche provocazione o polemica, ma non se ne fa accenno nei libri di storia, nei programmi scolastici, non ne parla la stampa, i mezzi d’ informazione. Il dovere di ricordare è tutto nelle mani dell’esigua componente italiana, rimasta – nonostante difficoltà e disagi- a vivere nella terra dei padri. Lo ha fatto, a modo suo con l’arma della cultura e della letteratura, molto prima del 2004. A conferma, basta ricordare un solo esempio: Claudio Ugussi che scrisse “La città divisa” tra l’82-83, pubblicata nel 1991 e tradotta in croato nel 2002. C’è in questi ultimi anni – va detto- pure un crescente impegno istituzionale. Unione italiana, Comunità degli Italiani, Consigli regionali CNI (in Croazia) e CAN (in Slovenia) hanno moltiplicato le attività e i momenti di riflessione. L’ annuale tappa sulla tomba di Norma Cossetto è il paradigma di questi intenti. È un gesto dal valore simbolico ma di grande valore etico e morale. Comprova che -al di là dell’eterogenee visioni, delle manipolazioni e possibile polemiche - va reso doveroso omaggio di umana e civile pietà a tutte le vittime di una delle più triste pagine della storia dell’Alto Adriatico.
Il 15 febbario una delegazione dell’Unione italiana e della CAN Costiera depositeranno una corona di fiori ai piedi del Monumento che ricorda le vittime della guerra e delle esecuzioni del dopoguerra al Cimitero di San Canziano a Capodistria.
Saranno presenti pure gli esponenti della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati. Questi ultimi assieme ai rappresentanti dell’UI si trasferiranno quindi al cimitero di Santa Domenica dove assieme a quelli dei Consigli della minoranza italiana della Regione istriana e della Regione litoraneo montana deporranno una corona di fiori sulla tomba di Norma Cossetto.
L.P.A.