Sulle note di "Ciao mamma" di Jovanotti ha preso il via il primo giorno di scuola degli alunni della prima classe alla scuola elementare "Pier Paolo Vergerio il vecchio", che come gli altri due istituti minoritari ha preparato una giornata speciale per le nuove leve e le loro famiglie.
Una scuola quella italiana che viene scelta per i più svariati motivi. “Abbiamo preferito iscrivere nosta figlia ad un istituto in lingua italiana prima di tutto perchè crediamo nella sua qualità”, ci ha spiegato la mamma di una delle bambine che oggi hanno iniziato questo nuovo percorso, “ma anche per i gruppi ridotti e per il fatto di far parte della minoranza”.
Tanta l'emozione tra i bambini e i genitori, e neanche il fatto di far parte del corpo insegnanti della scuola e di conoscere bene l’istituto (perché proprio qui qualche anno fa si era intrapreso il proprio percorso scolastico) è sembrato lenire i sentimenti contrastanti che hanno fatto versare più di qualche lacrima anche ai più grandi.
“I miei ricordi sono leggermente diversi da quello che vedo oggi”, ci ha confidato David Francesconi, poiché “qui è un ambiente più felice, più gioioso, più aperto mentre noi eravamo molto più spaventati”. “Devo dire che il mio ricordo della scuola è legato alle maestre”, ha aggiunto; ricordando che la sua maestra era Isabella Flego della quale ha detto di avere dei “bellissimi ricordi come insegnante della prima classe”, augurandosi che i nuovi alunni “leghino con i compagni e con le maestre" e che “portino nel cuore un bel ricordo di questi anni sino all’età adulta”.
Entusiasmo ma anche un po' di paura hanno contraddistinto questa giornata, come con molta onestà ci ha detto uno dei bambini in procinto di varcare la soglia dell’istituto. Il piccolo ha infatti ammesso di sentirsi “un po' così così", nonostante la mamma e il papà non abbiano mancato di rassicurarlo.
Sicuri che tutto andrà per il meglio non resta che augurare un bel in bocca al lupo a lui e a tutti gli alunni della prima classe, che iniziano oggi un nuovo capitolo della loro vita.
Barbara Costamagna