Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

A fine agosto il sindaco della città, Aleš Bržan, aveva fatto voltare le targhe in modo che le scritte non si leggessero più. Una decisione presa dopo che erano arrivate una serie di ingiunzioni da parte dei servizi ispettivi del Ministero della Cultura, che minacciavano di elevare una grossa multa e di farle rimuovere di propria iniziativa. Non avrebbero rispettato la normativa vigente sull'uso della lingua slovena.

Da allora la comunità italiana si sta adoperando per farle ritornare al loro posto. Ma come giudicare il fatto che ora una di esse sia stata nuovamente rigirata? Il presidente della commissione per la toponomastica di Capodistria, Damian Fischer ha parlato di “una bravata o di un caso isolato che non ha a che fare con un discorso organizzato. Qualcuno ha pensato di rigirarla per motivi suoi. Fino al momento in cui non me lo avete detto voi non se sapevo nulla. Lunedì mattina chiamerò il Comune e vedrò se è il caso di rivoltarla nuovamente per non creare eventuali problemi. Sicuramente non sarò io a farlo”.

Fischer ci tiene a sottolineare che la questione del riposizionamento degli odonimi storici sta comunque procedendo: “Abbiamo ultimato le scritte dal punto di vista grafico e abbiamo preparato tutto il materiale. Dal punto di vista virtuale le diciture sono state realizzate e attendono il vaglio della sovraintendenza alle belle arti, quando arriverà potremmo collocarle in sostituzione di quelle che sono state rivoltate”.