I 24 voti favorevoli ai cambiamenti non bastano per approvare lo Statuto che necessitava della maggioranza assoluta ovvero del sì di almeno 36 consiglieri. 15 invece quelli che - ieri sera a Cittanova- si sono espressi contro il nuovo documento. La riunione è stata cortissima destinata -in pratica- solo ed esclusivamente al voto, che è stato segreto e con il quale si è chiusa la 19.esima seduta dell'Assemblea avviata il 5 maggio scorso, proseguita quindi il 10 maggio e dedicata tutta alla ristrutturazione della massima associazione della CNI di Croazia e Slovenia. Il voto è stato anticipato da un appello ad accogliere il documento fatto dal presidente del Comitato per lo statuto, Mauro Jurman e da un messaggio inviato dal deputato italiano al Parlamento di Zagabria, Furio Radin che riferendosi al voto diretto ha invitato i consiglieri a non retrocedere da alcune forme di democrazia diretta. Presente in sala pure il deputato italiano al parlamento di Lubiana Felice Žiža che ha partecipato - ricordiamo- a tutte e tre le riunioni dedicate allo Statuto. Ricordiamo che il percorso per arrivare al voto di ieri sera è stato lungo e tortuoso. Avviato nel 2018 ovvero all'inizio del mandato con tutta una serie di dibattiti e incontri nelle Comunità degli italiani interrotti poi a causa della pandemia è proseguito poi in seno all'Assemblea UI dove lo scontro maggiore - oltre che sul numero dei consiglieri- è stato quello tra i sostenitori dell'attuale voto diretto per l'elezione del presidente UI e per quello della Giunta esecutiva e quanti invece volevano riportare la nomina dei vertici in Assemblea. Il risultato di ieri sera ha dato ragione ai primi così che nulla cambia mentre si è ora in attesa dell'indizione delle elezioni da parte del presidente dell'Unione Maurizio Tremul, elezioni che potrebbero svolgersi già a fine giugno.
Lionella Pausin Acquavita