Intensa ma troppo breve: così Felice Žiža ha definito la campagna elettorale per il rinnovo dell’Unione Italiana che lo vede opposto a Maurizio Tremul per la carica di presidente.
Žiža ha terminato gli incontri elettorali a Isola, la sua città, per tracciare un bilancio della campagna “piena d'incontri”, con decine di comunità, racconta, ma, “avevamo poco più di 10 giorni lavorativi a disposizione per incontrare le comunità sul territorio: ho parlato con molto connazionali, ma, con grande rammarico, non con tutti”: “Se diventerò presidente dell'Unione italiana, lavorerò per inserire nello Statuto un articolo per far durare la campagna elettorale dai 2 ai 3 mesi, per dare la possibilità ai connazionali, e soprattutto ai giovani, che vogliono impegnarsi all’interno dell’Unione italiana, di presentarsi alle comunità“.
Domenica i connazionali dovranno scegliere fra due visioni differenti per il futuro dell’Unione Italiana, ha poi detto Žiža, che non ha risparmiato le critiche alla decisione di Furio Radin di appoggiare apertamente il suo avversario: “Io credo che un deputato non debba essere di parte, dovrebbe appoggiare i programmi, le persone, vedere la buona volontà di lavorare per il bene di tutta la comunità e di tutti i connazionali. Credo che un deputato che rappresenta la comunità nazionale italiana non si dovrebbe permettere di prendere una posizione politica, soprattutto un giorno prima della conclusione della campagna elettorale”.
Accanto ai temi già affrontati nel corso della campagna, come l’applicazione del bilinguismo in Croazia, l’attenzione alle scuole italiane, e la necessità che Radio e Tv Capodistria seguano le attività e gli eventi della comunità italiana da entrambi i lati del confine, Žiža ha anche sottolineato come occorra un cambiamento di rotta nella gestione dei rapporti fra l’Unione e le comunità che hanno un’attività intensa ma totalmente distaccata dalla politica dell’Unione italiana, mentre è necessario – ha aggiunto - far collaborare e coordinare le attività della comunità”.
È giusto continuare sulla strada tracciata nell’edilizia, con il recupero di palazzi ed edifici scolastici, ma “quello che l’Unione non riesce a fare - ha spiegato - sono le azioni politiche come la tutela dei diritti, l’aumento personale per le scuole, in generale far sentire al territorio che esistiamo". "Trovare solo fondi non serve, bisogna coinvolgere le persone, investire per il futuro”.
Prima del tradizionale appello al voto, ad “andare a votare in massa e cerchiare il numero due davanti il mio nome”, Žiža ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto da Paolo Demarin come presidente dell’Assemblea: “L’organismo è sovrano nell’eleggere il proprio presidente, ma Demarin ha fatto molto bene e al momento non vedo altri nomi sul tavolo.”
Alessandro Martegani