“Gli elettori non hanno cambiato il presidente e non sono cambiati nemmeno i rapporti tra i due colli”, la frase più frequente da domenica in Croazia dove i due colli stanno per Pantovčak e Banski Dvori sedi, rispettivamente, del capo dello Stato e del capo del governo. Nel paese si commenta in primo luogo la decisione del premier, Andrej Plenković, di disertare la cerimonia di insediamento di Zoran Milanović, prevista per il 18 febbraio prossimo. Non ci sarà neppure il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, anche se non tutti concordano con questa decisione che sarà sicuramente argomento centrale della nuova seduta del parlamento che, dopo la pausa di fine anno, prende il via oggi con il consueto question time che si preannuncia infuocato. “Se la scelta di Plenković può venir definita scandalosa, quella di Jandroković è addirittura anticostituzionale perché lui è primus inter pares e non rappresenta dunque solo la parte che lo sostiene ovvero 76 deputati bensì tutti i 151”, ha affermato ieri l’ex premier ed ex membro HDZ, Jadranka Kosor. Le ragioni di Jandroković sono le stesse addotte precedentemente dal capo del governo, solo che egli ha usato toni più concilianti per quanto riguarda la necessità di collaborazione tra le due cariche istituzionali. “Il governo è interessato ad operare in un clima sereno, ma l’esperienza è diversa poiché Milanović svolge il ruolo di leader dell’opposizione e non quello di presidente”, ha affermato il ministro degli Interni e vicepremier, Davor Božinović. Immediata la replica di Arsen Bauk dell’SDP che ha affermato: “Parlano di collaborazione con nel cassetto la nuova Legge sulla difesa che limita le competenze del Capo dello Stato, perciò, penso che non abbiano recepito il messaggio degli elettori che domenica hanno detto chiaramente chi vogliono a capo delle forze armate e ad indirizzare i servizi di sicurezza e la politica estera”.