“Arrabiato, disgustato, deluso”, così il premier Plenković alla conferenza stampa seguita alla riunione della presidenza HDZ e al vertice di maggioranza convocate d’urgenza e dove il capo del governo ha ottenuto l’appoggio ed incaricato di chiarire la situazione. Plenković non ha saputo celare l’amarezza ed ha dichiarato di essere sconvolto dalla possibilità che qualcuno al Ministero della salute abbia sfruttato la propria posizione per interessi personali e appropriazioni indebite. “Sono colpito perché se le accuse contro Vili Beroš saranno confermate sarà pure un atto di tradimento nei miei confronti e della fiducia personale che ho riposto in lui da quasi cinque anni”, ha detto ancora Plenković che ha espresso sostegno alle istituzioni che indagano sulla vicenda e ha confermato di aver rimosso subito Beroš dall’incarico e di aver nominato a facente funzione di ministro alla sanità, la sottosegretaria Irena Hrstić.
Mattinata infuocata pure al Parlamento croato, dove non mancano le reazioni all’arresto di Beroš. Per l’opposizione, l’ennesimo caso di corruzione tra i ministri dimostra l’incapacità di Plenković a governare il paese. “Ormai è l’USKOK a stabilire i rimpasti di governo”, lo slogan che da stamani circola al Sabor. Ricordiamo che sarebbero complessivamente otto le persone in stato di fermo e oggetto di indagini da parte dell’Ufficio contro la corruzione e la criminalità organizzata. Alla base dell’operazione ci sarebbe comunque la Procura europea. Accanto all’ormai ex ministro Beroš ci sarebbero pure i responsabili di due importanti ospedali zagabresi e alcuni rinomati medici tutti sospettati di corruzione, abuso d’ ufficio e riciclaggio. Come riportato dal quotidiano Jutarnji list che -ricordiamo- è stato il primo a dare notizia sull’operazione, a capo dell’associazione a delinquere ci sarebbe Hrvoje Petrać, controverso uomo d’ affari più volte implicato in altri scandali e imprese illecite. Non sarebbe ancora stato arrestato perché all’estero. La stessa fonte riporta che Beroš è indagato per l’acquisto di sofisticati apparecchi medici, per i quali sarebbero state accordate cifre molto più alte del loro valore reale di mercato. (lpa)