Com’era prevedibile - e come successo già quando è stato introdotto per il personale medico sanitario e gli utenti degli ospedali - l’allargamento dell’utilizzo della certificazione verde sta provocando una serie reazioni e polemiche dovute anche ad interpretazioni diverse e alla mancanza di precise istruzioni che si spera arrivino a breve. Oltre che ai sindacati degli impiegati pubblici sono in agitazione pure quelli del settore scolastico. Dal 15 novembre prossimo - infatti- pure i 65 mila dipendenti delle scuole elementari e medie superiori dovranno essere in possesso del Green pass o sottoporsi al tampone due volte a settimana. I rappresentanti del settore indicano diverse incongruenze e reputano ad esempio ingiusta l’obbligatorietà del documento per il personale scolastico non invece per i genitori. “A scuola con il green pass in bar e ristoranti senza” aggiungono preoccupati pure dalle ulteriori spese derivanti dai costi dei tamponi che sarebbero a carico del datore di lavoro e dunque delle scuole, scuole che naturalmente non dispongono dei mezzi necessari. I docenti inoltre, contrariamente ad altre categorie, non sono in grado di usufruire di ferie o eventuali giornate libere all’infuori di quelle stabilite dal calendario didattico-educativo. Ci sarebbe comunque anche l’altra parte della medaglia con numerosi insegnanti, in questo caso quelli vaccinati, che salutano le nuove disposizioni. “Se la misura viene adottata in tutto il settore pubblico allora è giusto che anche le scuole vi siano incluse” dicono aggiungendo che “non è giusto sottostare alle richieste dei non vaccinati”.
Lionella Pausin Acquavita
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