Dopo che per mesi in Croazia si parla di scandalo per uso improprio di fondi pubblici all'interno dei servizi segreti militari, l'Uskok ossia l'Ufficio per la lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata, ha deciso di vederci chiaro. Ne scrivono diversi organi di stampa, però i dati resi noti finora sono molto molto scarsi. Quello principale si riferisce ad almeno 260.000 euro che gli agenti segreti avrebbero messo in tasca falsificando i fogli di viaggio per le missioni ufficiali in Polonia, Libano, Lituania e altri paesi. L'importo comunque non sarebbe definitivo. Nel mirino degli investigatori sono finiti una decina di agenti segreti e alcuni loro stretti collaboratori. Però al momento nessuno di essi è stato sospeso dal servizio. Secondo il deputato Siniša Hajdaš Dončić, della Commissione parlamentare per la politica interna e la sicurezza nazionale, è evidente trattarsi di reati penali in quanto il denaro è sparito. “A questo punto bisogna intervenire”, così lo stesso Hajdaš Dončić, “perché ne va di mezzo la sicurezza nazionale del Paese". Sul problema ha espresso la sua valutazione il capo dello Stato, Zoran Milanović, fedele ai modi di fare che lo contraddistinguono. “Va bene indagare sulle malversazioni”, ha dichiarato, “però il primo indagato dovrebbe essere il ministro della Difesa, Mario Banožić, che evidentemente continua a godere della protezione del premier, Andrej Plenković”.
Valmer Cusma
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