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Avviato, dunque, anche ufficialmente questo secondo mandato per Zoran Milanović che dopo aver giurato, mano sulla Costituzione, che ne rispetterà i dettami, ha presentato il suo discorso inaugurale nel quale ha più volte ripetuto che il compito principale delle istituzioni statali è quello di garantire pace, sicurezza e uguaglianza. Toccando temi come corruzione e disparità che stanno erodendo la società ha invitato a migliorare i meccanismi di tutela per i più deboli perché, ha detto, tutti devono vivere dignitosamente e senza subire alcuna forma di umiliazione.
Riferendosi alla realtà del mondo nel quale viviamo egli ha affermato che bisogna smettere di lasciarsi trasportare dalle illusioni. “Gli altri stati non desiderano farci del male ma qualora dovessero scegliere tra i loro interessi ed in nostri anche quelli amici ed alleati opterebbero sempre e logicamente per i primi”, ha affermato Milanović che ricordando e rendendo omaggio alle vittime della guerra patriottica e respingendo ogni trionfalismo e compiacimento nel confronto dei vinti ha aggiunto: “Tutto quello che siamo riusciti a raggiungere è merito del nostro popolo”. Egli ha sottolineato che la stabilità dell’assetto giuridico-costituzionale sta in un sistema scolastico e sanitario di qualità e un sistema giudiziario e massmediatico indipendente. Toccando l’impegno storico e morale di tutela dei croati in Bosnia ed Erzegovina, ha inoltre evidenziato la necessità di “essere autocritici, sia come individui, sia come governanti e società” ed ha aggiunto che “non c’è debolezza più grande dell’odio, dello sciovinismo e della sfiducia verso chi è diverso e più debole”.
Nel suo intervento Milanović ha lanciato dei chiari messaggi riferiti a quelle che sono le sue competenze nel campo della difesa e della politica estera facendo capire di essere contrario alla “corsa agli armamenti ad ogni prezzo” e che da “piccola nazione” bisogna tenersi fuori dai conflitti. Percettibile, ma bisognerà vedere in futuro, una certa apertura e volontà di dialogo con il governo. Per quanto riguarda la cerimonia sobria ma ineccepibile dal punto di vista della solennità e dell’eleganza va segnalata soltanto l’assenza, nel programma, di una esibizione in rappresentanza dell’Istria. Ci sarebbe dovuta essere se non altro almeno per ringraziare quel 90% di istriani che al ballottaggio del 12 gennaio scorso hanno votato per Zoran Milanović.