È sicuramente la Dalmazia il maggior focolaio di coronavirus in Croazia. Dopo i numerosi contagi e vittime a Spalato, il problema è ora l'Isola di Brazza, dove ieri si sono avuti 22 contagi dei complessivi 36 in tutto il paese. Tutto fa supporre che il virus sia stato veicolato sull'isola da un paziente tornato a casa, dimesso dall'ospedale spalatino. L'esempio di Brazza - cosi il ministro della sanità Vili Beroš deve essere un insegnamento che non bisogna abbassare la guardia. I comandi della difesa civile sia dell'isola che della regione spalatino dalmata chiedono a quello nazionale il ripristino delle rigorose misure epidemiologiche in vigore fino al 27 aprile scorso. Per il ministro degli interni Davor Božinovic non è da escludere la quarantena o meglio la chiusura totale dell'isola. Dal canto suo la sindaca di San Pietro di Brazza Ivana Marković ora in isolamento domiciliare, chiede a Zagabria lo scioglimento del comando di crisi regionale poiché' ritenuto non all'altezza. Comunque, indipendentemente dal caso dell'isola, il comando nazionale della protezione civile annuncia che si proseguirà con le misure di allentamento tra cui la liberalizzazione della circolazione tra le regioni. E in Istria continua la lunga striscia positiva senza nuovi contagi mentre da oltre una settimana non c’è più alcun paziente all'ospedale di Pola.
Valmer Cusma