"Nessun licenziamento", ha assicurato il direttore generale della HRT Robert Šveb, intervenuto in Parlamento relazionando sui risultati raggiunti dall'ente nel 2023. "La riduzione di un terzo dei dipendenti rientra nella strategia di consolidamento che abbiamo elaborato e che naturalmente si basa sulla proposta di Legge che è in fase di stesura", ha aggiunto confermando che l'ente ha avviato i colloqui con tutta una serie di persone che hanno maturato le condizioni di pensionamento o vi si avvicinano. L' operazione dovrebbe costare 28 milioni di euro, garantiti dal governo che ha confermato una riduzione del personale del 30% tra il 2025 e 2026, con prima tappa il prossimo 31 marzo. La HRT che ha chiuso il 2023 con un bilancio positivo pari a 613 mila euro fa sapere che difficilmente riuscirà a replicare l'operazione visto l'aumento dei costi, il calo delle pubblicità e il canone congelato. Urge - dicono- un quadro normativo che corrisponda alle necessità del moderno ambiente mediatico che li circonda. La proposta di legge che si troverà a breve in Parlamento, oltre che ad assicurare stabilità a lungo termine, permetterà un migliore adeguamento al mondo digitale, con maggiore flessibilità nella scelta delle piattaforme per la distribuzione dei contenuti e adattamento alle necessità e nuove abitudini di determinati target.
Intanto va detto che la relazione dei vertici HRT è stata accompagnata da dure critiche dell'opposizione sia di destra sia di sinistra che denuncia mancanza di visione e idee sui programmi e sul futuro dell'ente nazionale. "Il programma di consolidamento accolto senza l'approvazione degli organismi interni, senza una nuova legge e un piano strategico sta mandando a casa un terzo dell'organico", la constatazione più frequente alla quale i vertici HRT rispondono - senza troppo convincere - che ciò non andrà ad intaccare in alcun modo la qualità del prodotto del servizio pubblico.