Fiume è stata colpita due volte dalla pandemia. Innanzitutto, il coronavirus ha pesantemente influenzato gli eventi nell'ambito dell'appuntamento con Fiume Capitale europea della Cultura 2020. Poi il Covid ha flagellato il capoluogo quarnerino nel periodo da marzo ad aprile forse più di qualsiasi altra città in Croazia con centinaia di contagi al giorno e numerosi decessi. Ora, probabilmente grazie al recente lockdown di due settimane e alle altre misure restrittive ancora in vigore s'intravede la luce in fondo al tunnel. Dopo due mesi, infatti, il tasso di positività dei tamponi è sceso sotto il 10 per cento. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 120 nuovi contagi e otto decessi, mentre il numero delle ospedalizzazioni è rimasto stabile. La pandemia ha fatto slittare di diversi mesi anche i termini per la conclusione dei progetti nell'ambito della Capitale europea della Cultura. Ora, archiviato agli inizi di maggio, lo storico appuntamento con l'Europa è tempo di bilanci. I chiaroscuri non mancano. Nonostante le chiusure il grosso dei progetti è stato realizzato dall'ottica artistico-culturale. Lo storico complesso industriale Benčić è stato messo in funzione della cultura. Le polemiche però si sono sprecate su alcuni progetti considerati da più parti di sapore ideologico, come il posizionamento della scultura raffigurante la stella a cinque punte sul grattacielo fiumano e il restauro della Galeb, la nave di Tito. La Comunità Nazionale Italiana ha un po' l'amaro in bocca perché la sua presenza storica non è stata sufficientemente valorizzata nell'ambito degli eventi ufficiali. Eppure, nemmeno qui il bilancio è tutto negativo. A margine della Capitale della Cultura sono stati realizzati progetti che altrimenti avrebbero avuto forse un percorso molto più difficile, come la posa delle tabelle con gli odonimi storici nella Cittavecchia. Inoltre, con una serie di mostre e conferenze e anche con la traduzione in lingua croata del libro di Giovanni Stelli sulla Storia di Fiume sono state gettate le basi per l'avvio di un dibattito sereno sul passato, coinvolgendo tutte le componenti storiche cittadine. I frutti più copiosi dell'appuntamento con l'Europa potrebbero quindi arrivare in futuro.
Dario Saftich (La voce del popolo)