Riciclaggio, evasione fiscale e altri crimini economici, queste le accuse nei confronti di una quarantina di persone in seguito all’azione congiunta di polizia e USKOK, l’unità specializzata nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. “Guadagni illeciti per 20 milioni di kune e danni all’erario per altri 11” questa l’ipotesi della Criminalpol in seguito alle perquisizioni in diverse aziende e appartamenti di Zagabria, Spalato e Fiume. Tra gli indagati – come noto- pure Ana Karamarko, moglie dell’ex vice premier croato ed ex leader accadizeta, Tomislav Karamarko. La donna sarebbe sospettata di aver incassato cifre non indifferenti per servizi mai realizzati. Ricordiamo che proprio uno scandalo legato alla sua azienda Drimia era stato alla base – nel 2016- delle dimissioni di Karamarko dalla presidenza del maggiore partito croato e della caduta del breve governo di Tomislav Orešković. Nei giorni scorsi l’ex leader accadizeta aveva annunciato un suo ritorno in politica. Alle prossime parlamentari si sarebbe candidato sulle liste di una delle formazioni di destra. Intanto Ana Karamarko dopo l’interrogatorio, nel quale ha respinto ogni addebito, è stata rilasciata e potrà difendersi a piede libero. Il suo avvocato non ha fornito dettagli per non compromettere l’inchiesta, ma d’altro canto ha dichiarato che l’intera operazione ha dei connotati politico-propagandistici. Dello stesso tono anche le dichiarazioni di Tomislav Karamarko che ha affermato che il fermo di sua moglie rientra nei giochi politici del periodo preelettorale.
Lionella Pausin Acquavita