La Croazia sta accogliendo a braccia aperte i profughi ucraini ai quali offre non solo vitto e alloggio ma anche possibilita' occupazionali, facilitando cosi' la loro integrazione nella societa'. I sindacati e i datori di lavoro pero' avanzano qualche perplessita' per possibili problemi. Finora in Croazia sono giunti oltre 10.000 profughi scappati dalle bombe russe in Ucraina e il governo sta facendo il possibile per accoglierli nel migliore dei modi. Si punta sulla loro integrazione nella societa' e uno dei presupposti e' la loro inclusione nel mercato del lavoro. Si calcola che nella prima ondata ne verranno assunti circa 5.000. Pero' potrebbero sorgere problemi, come avverte Anny Brusić, Direttrice dell'Associazione dei Datori di Lavoro nel settore della piccola e media impresa. "Dobbiamo essere coscienti" ha dichiarato alla Televisione pubblica "che il 90 percento dei profughi sono donne con bambini. E mentre le mamme lavorano ai figli bisogna garantire un posto all'asilo. Per un solo figlio non ci saranno problemi" aggiunge Anny Brusić "pero' nel caso di un numero superiore, gli asili si prepareranno ad affrontare una bella sfida". Dal canto suo il Presidente dei Sindacati Autonomi della Croazia Krešimir Sever richiama l'attenzione sulla necessita' di accelerare i controlli su chi verra' assunto. "Tra le donne ucraine arrivate da noi" spiega "una buona parte sono laureate, pero' in poche si sono portate dietro la documentazione scolastica mentre per le altre sono necessarie le dovute verifiche. Non dovrebbe succedere" aggiunge Sever "che vengano assunte bypassando le istituzioni, ma in primo luogo tramite l'Ufficio di Collocamento al lavoro". Si puo' dire infine che l'assunzione degli stranieri non e' una novita' in Croazia, e' una prassi che dura da almeno 10 anni viste le necessita' di garantire personale nelle professioni deficitarie.
Valmer Cusma