Compatta l'opposizione di destra e sinistra che ha accompagnato con un forte dissenso l'intervento del premier Plenković. Per un'ora intera ha picchiettato i banchi parlamentari esprimendo -come spiegato- dissenso nei confronti della procedura che permette gli interventi dei presidenti dei gruppi politici e non anche dei singoli deputati. Una protesta incitata, sembra, dal Most/Ponte, ma che tutti hanno fatto propria. L'ostruzionismo, accordato o spontaneo, è iniziato già dai primi interventi con le richieste di sospensione arrivate via via dai capigruppo politici che hanno fatto slittare la partecipazione del primo ministro; colpa però infine attribuita al capo del governo che avrebbe ritardato di sua spontanea volontà la presenza al Sabor. Durata un'ora circa - la relazione di Plenković - è stata accompagnata da un forte e costante dissenso con i deputati dell'opposizione che hanno continuato a far rumore battendo le proprie palette sui banconi dell'aula. Il capo del governo, inizialmente piccato e risentito alla fine ha fatto finta di niente e, nonostante il fastidio, ha presentato i traguardi raggiunti in questi ultimi 12 mesi e quelli del settennato di premierato. "Opposizione primitiva, distruttiva e aggressiva", il commento di Plenković che in un incontro con la stampa ha affermato come la sua tesi sulle "due Croazie" si è rivelata "completamente giusta" e ha aggiunto che l'opposizione è guidata "dall'odio e dall'esclusività". Posizione applaudita a lungo dalla maggioranza mentre l'opposizione ha continuato a dibattere a lungo sul comportamento del premier; discussione che potrebbe venir riassunto con le parole del leader del maggior partito dell' opposizione , il socialdemocratico Peđa Grbin secondo il quale quanto successo testimonia un' arroganza mai vista. "Una prepotenza e sfacciataggine che superano tutti i limiti", si è sentito dire al Sabor.
Lionella Pausin Acquavita