La decisione di Milanović di non firmare in tempo la Legge sulle circoscrizioni elettorali è stata criticata fermamente dal premier secondo il quale si tratterebbe di un pericoloso precedente. Plenković ha ricordato che finora il presidente non ha avuto problemi a sincronizzare la ratifica delle normative con la data della loro entrata in vigore. Prassi non seguita con la succitata legge, che il Sabor ha definito operativa dal primo ottobre ma che Milanović ha sottoscritto solo tre giorni dopo, legge che perciò dovrà tornare sui banchi parlamentari. "Si tratta di ostruzionismo politico", ha dichiarato il premier che ha elencato tutta una serie di normative ratificate in un termine inferiore agli otto giorni nel periodo in cui Milanović era premier e Josipović capo dello stato. "Si è instaurata - anche in quest'ultimo periodo - la prassi dei tre giorni che in quest'ultimo caso non è stata rispettata", ha fatto capire Plenković piccato soprattutto dal tono derisorio e quasi sfottente che Milanović ha adottato per giustificarsi di quello che non reputa un ritardo bensì una regola costituzionale. L'opposizione - naturalmente- sostiene il comportamento del capo dello stato e critica il governo che definisce incapace di proporre leggi valide nei termini acconsentiti. La maggioranza invece fa quadrato con l'opinione del governo: "Torneremo a discutere di una cosa già trita e ritrita e la decisione finale sarà identica a quella che il Parlamento ha preso il 28 settembre scorso", dicono; non mancando di lanciare critiche a Milanović che con queste mosse - anche in vista delle elezioni politiche- cercherebbe di dare spazio e visibilità al centro-sinistra.
(lpa)