Uomini della Resistenza come Anton Ukmar, che nell'aprile del 1945 fu alla testa delle truppe partigiane che liberarono Genova. Sindaci come Leo Caharija, Miro Kocjan e Mario Abram (quest'ultimo anche storico direttore di Radio Capodistria), monsignor Janez Jenko, primo vescovo - dal 1977 - della ricostituita diocesi. Il pediatria Branko Šalamun, Danilo Petrinja tra i fondatori e primo direttore del Porto, personalità del mondo della cultura e dell'arte come Srečko Vilhar cui è oggi intitolata la Biblioteca centrale, il poeta Tomaž Šalamun, il pittore Zvest Apollonio, e ultimo in ordine cronologico l'indimenticato Toni Biloslav che ha guidato a lungo le Gallerie costiere. Undici nomi a riassumere
oltre settant'anni di storia cittadina, dal 1945 ad oggi, un periodo in cui Capodistria ha vissuto sotto ogni punto di vista grandi cambiamenti. Volti e personaggi cui è dedicata la mostra appena inaugurata nella galleria del Museo regionale, primo appuntamento di quel progetto Capodistria 1500 che accompagnerà la città fino al 2024, anno millecinquecentenario dell'elezione del protovescovo San Nazario. Molte di più sarebbero state le personalità degne di essere ricordate, ha precisato in occasione della vernice il curatore Ivan Simčič. Ma si sa, una selezione alla fine bisogna pur farla. E, potrà dispiacere, ma nessun connazionale ha trovato posto in questa sfilata di cittadini benemeriti: quasi a dire che gli italiani dal dopoguerra in qua non sono riusciti a lasciare una traccia, un'impronta, nel tessuto politico, sociale, culturale, economico di Capodistria. Non sorprende più di tanto invece un altro dato: i protagonisti della 'nuova' Capodistria, quella uscita dal secondo conflitto mondiale, sono stati spesso degli sloveno-triestini. È il caso degli antifascisti Ukmar e Caharija, ma anche di Mario Abram, nato ad Aurisina nel 1920, a sua volta militante della Resistenza: a lui va il grande merito di essersi adoperato a favore della convivenza, da entrambi i lati del confine.
La mostra si visita fino al mese di aprile. Mentre altre iniziative nell'ambito del progetto ideato dal Museo regionale con il contributo di numerosi altri soggetti sono già in cantiere. Come una prima mappatura dei cunicoli della città sotterranea, un mondo segreto da valorizzare anche in chiave turistica.
Ornella Rossetto