Niente star né evento tv, ma cerimonia privata e vincitori annunciati via via su Twitter senza video né foto. È così che si è svolta la 79. edizione dei Golden Globes, assegnati dalla Hollywood Foreign Press, l'associazione della stampa estera che premia i migliori titoli dell'annata cinematografica e anche le migliori produzioni televisive, travolta dalle polemiche dopo che un'inchiesta giornalistica ne ha rivelato quello che di questi tempi è considerato un 'peccato mortale' nella mecca del cinema, e cioè l'assenza di inclusione (non c'era un solo giornalista nero fra i novanta membri).
Ma veniamo ai premi, spesso in sintonia con gli Oscar, che li seguiranno a fine marzo. Due i film che hanno dominato: "Il potere del cane" come miglior film drammatico, e "West Side Story" tra i musical e la commedia. Il western di Jane Campion, l'autrice neozelandese di "Lezioni di piano", tornata dietro la macchina da presa dopo dodici anni, ha vinto tre premi, fra cui quello per la miglior regista e per il miglior attore non protagonista, mentre il remake dello spettacolo di Leonard Bernstein diretto da Steven Spielberg è stato premiato anche per le due attrici. Delusione per l'Italia: "È stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino, che era entrato nella cinquina dei film stranieri, è stato battuto dal film del regista giapponese Ryusuke Hamaguchi "Drive my car", tratto da un racconto dello scrittore Haruki Murakami (già premiato a Cannes). È rimasto fuori dalla rosa dei premiati anche il film d'animazione Disney Pixar "Luca" firmato dal regista genovese Enrico Casarosa.
Sul fronte televisivo ha trionfato come da previsioni la serie prodotta da HBO "Succession", che aveva raccolto più nomination.