Un cineasta di rara essenzialità e rigore. È il regista veneziano Mario Brenta, anche docente universitario, personaggio di rilievo del cinema italiano, attivo sia nel campo della fiction sia, da una decina di anni a questa parte, insieme alla filmmaker belga Karine de Villers con cui lavora in tandem, nel cinema documentario. A quest'ultimo genere appartiene "Isole" (2021), presentato al festival isolano in collaborazione con il Kinoatelje di Gorizia - che nel 2017 ha conferito all'artista il Premio Darko Bratina - e con l'Istituto italiano di cultura di Lubiana.
"Isole" è una pellicola molto particolare, un film di montaggio che raccoglie materiali girati durante la pandemia da più di settanta autori di tante parti del mondo. "Frammenti di realtà - come si legge nei titoli di coda - impressioni visive e sonore di e con" tutte le persone che hanno contribuito alla creazione di quest'opera sinfonica per immagini, musica e suoni.
Lasciando la parola a Mario Brenta, "non so se è proprio un racconto tradizionale. È un po' uno sguardo sulla realtà, sulla vita nella sua quotidianità. Un film che ha una durata ma forse non ha tempo, io lo definisco un film patchwork perché è fatto da materiali diversi. È come vedere una mappa dell'umanità nella sua contemporaneità".
È un cinema documentario fuori dagli schemi convenzionali quello a cui si dedica Mario Brenta, con Karine de Villers "fida compagna" (sono sempre parole sue) : "È un approccio un po' diverso. In genere nel documentarismo ma anche nel fare cinema si parte con un'idea e si cerca poi di trovare nella realtà gli elementi che danno corpo a questa idea. Il nostro modo di procedere è esattamente il contrario, cioè andare non con un'idea ma con un'intenzione - nel senso letterale di andare verso qualcosa - ponendosi in ascolto, quindi con grande disponibilità a ricevere più che a dare".
E il professore di cinematografia cosa ci dice dei "Comizi d'amore" (1965), film-inchiesta di Pier Paolo Pasolini sugli italiani e la sessualità che vedremo al festival nella giornata di oggi? "Anche lì c'è un mettersi in ascolto, ma interrogando, ponendo delle domande. Invece nel caso nostro ci mettiamo in ascolto lasciando parlare. Cioè : dite quello che volete (ride)".