Il 60% è convinto che l'appartenenza del proprio Paese all'Unione Europea rappresenti una "cosa positiva". Inoltre, più di due terzi degli intervistati ritiene che abbia tratto beneficio dall'appartenenza all'UE. Una percentuale che, comunque, varia da paese a paese. Tra i più convinti, in testa i lussemburghesi, con l'85%, seguiti da irlandesi e tedeschi. In coda i cittadini della repubblica ceca, al 34%, preceduti da croati e italiani. La Slovenia si colloca nella parte alta, con il 73 percento. A livello comunitario, la procedura per la nomina dei candidati alla Presidenza della Commissione europea da parte dei partiti politici europei è percepita come uno sviluppo positivo per la democrazia in Europa. Quasi la metà degli intervistati, infatti, ha dichiarato che questa procedura li incoraggerebbe a partecipare al voto. Interrogati su quali temi dovrebbero essere discussi durante le campagne elettorali in tutta l'UE, sempre quasi la metà degli europei cita la lotta contro il terrorismo come tema prioritario, seguito da disoccupazione giovanile, immigrazione, nonché economia e crescita. Più indietro la preoccupazione per i cambiamenti climatici e la tutela dell'ambiente, oltre a diritti umani e tutela sociale. In Slovenia le priorità vengono invece individuate nella lotta alla disoccupazione giovanile, poi stato dell'economia e crescita economica. La questione della tutela sociale viene maggiormente sentita rispetto alla media europea. Infine, oltre la metà degli intervistati a livello comunitario ritiene che sia necessario un vero cambiamento e che tale cambiamento possa essere condotto dai movimenti e dai partiti anti-establishment ma, allo stesso tempo, sette europei su dieci credono che il fatto di essere contro qualcosa non porti benefici.