
Si è conclusa dopo circa due ore la riunione dei leader internazionali, convocata per discutere il sostegno militare e finanziario all'Ucraina e per valutare la possibilità di una futura missione di peacekeeping. Tale iniziativa sarebbe subordinata al successo degli sforzi diplomatici statunitensi volti a stabilire un cessate il fuoco tra le parti in conflitto. All'incontro, oltre a Regno Unito e numerosi Stati membri dell'UE, hanno partecipato i vertici dell'Unione Europea e della NATO, nonché i capi di governo di Ucraina, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Questo si è svolto in forma preliminare, configurandosi come una fase preparatoria per definire i partecipanti alla futura missione. I paesi interessati a prendere parte all'iniziativa si incontreranno nuovamente giovedì per un vertice operativo a livello militare, con l'obiettivo di "contribuire a garantire la sicurezza dell'Ucraina a terra, in mare e in cielo", come dichiarato da Starmer stesso, che ha assunto la guida di questa "coalizione dei volenterosi", precedentemente promossa dal presidente francese Emmanuel Macron. “Urgente passare alla fase operativa” ha continuato il leader britannico affermando che “il mondo ha bisogno di azione, non di parole vuote o di condizioni.” In caso di tregua, ha evidenziato la necessita di un robusto sistema di monitoraggio per identificare e denunciare eventuali violazioni dell’accordo, ribadendo l’impegno per la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina e la necessità di garantirne la capacità di difesa e deterrenza contro future aggressioni russe. Oltre a Starmer, anche la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il Presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e il leader ucraino Volodymyr Zelensky hanno espresso critiche nei confronti del Cremlino per il suo temporeggiamento in merito alla proposta statunitense: “è tempo che le armi tacciano" hanno detto. Parallelamente, è stata discussa l'imposizione di nuove sanzioni contro la Russia, al fine di "indebolire la macchina da guerra" e costringere Putin a sedersi al tavolo senza ulteriori rinvii. Alcuni paesi hanno espresso riserve riguardo all'invio di contingenti di pace sul terreno. Palazzo Chigi ha dichiarato che l'Italia intende proseguire la collaborazione con i partner per definire garanzie di sicurezza affidabili ed efficaci, escludendo, tuttavia, la partecipazione nazionale a un'eventuale missione militare sul campo.
Alessia Mitar