Una condivisione del sostegno all’economia da parte di tutti i paesi membri, o un aiuto solo a chi ne ha bisogno, sottoposto però a dure condizioni.
Sono queste le due posizioni fra cui i componenti dell’eurogruppo sono chiamati a trovare un non facile punto di mediazione. Oggi pomeriggio si riuniscono i rappresentanti dei governi dell’area Euro, per affrontare quella che la stessa Angela Merkel ha definito la prova più difficile per l’Unione europea.
Per far fronte all’emergenza coronavirus, ed evitare un collasso dell’economia del vecchio continente e della moneta unica, servirà un fiume di denaro, e i capi di governo sono chiamati a prendere decisioni che potrebbero cambiare l’assetto dell’Unione.
Paesi già fortemente indebitati, come l’Italia, ma anche altri governi come la Slovenia, il Belgio o il Lussemburgo, chiedono infatti che la ripresa venga finanziata con uno sforzo comune, emettendo i cosiddetti Eurobond, debito sovrano che dovrebbe essere immesso sul mercato e garantito da tutti gli Stati, anche quelli che, come successo nei paesi nel nord, hanno avuto politiche economiche rigorose e hanno ridotto il debito negli ultimi 30 anni.
Dall’altra parte gli stessi paesi del nord non sembrano disposti a farsi carico di un debito ad alto interesse a causa delle mancate riforme strutturali e dell’aumento del debito interno di paesi come l’Italia, e inizialmente avevano indicato come via d’uscita il ricorso al Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, fondo salvastati che però imporrebbe durissime condizioni ai paesi che ne facesse ricorso, mettendoli di fatto in amministrazioni controllata, con la prospettiva di tagli dolorosi alla spesa pubblica per ridurre il debito.
Una mediazione facile: le soluzioni prospettate in questi giorni, un Mes meno condizionato o i Coronabond, titoli che dovrebbero finanziare solo e solamente iniziative relative all’emergenza, senza finire in un calderone generico, non avevano convinto, in un clima che sta facendo nuovamente crescere l’ostilità dei paesi indebitati o più fragili, verso altri stati membri come Germania, Olanda, Finlandia, Austria, accusati di non voler dimostrare solidarietà.
Giuseppe Conte ha detto chiaramente di puntare agli Eurobond, una soluzione che però al momento non sembra attuabile e secondo indiscrezioni l’Italia potrebbe accettare con gli altri paesi l’attuazione le linee di credito del Mes che non comportino vincoli troppo stretti per i paesi indebitati.
Alessandro Martegani