Per fermare le proteste in Bielorussia le autorità non escludono l'impiego dell'esercito. Il presidente, Aleksander Lukašenko, apparso vicino al confine polacco in tuta mimetica, ha messo le forze armate in stato di allerta, chiamando i suoi alla "difesa della nazione".
Le autorità hanno inoltre avvertito i cittadini di non partecipare alle "manifestazioni illegali". D’altra parte, i bielorussi ribadiscono di non avere più paura dell'"ultimo dittatore d'Europa". Secondo la principale sfidante del presidente Lukašenko alle elezioni dello scorso 9 agosto, Svetlana Thikanovskaya, si tratta soltanto "delle solite intimidazioni rivolte al popolo". La gente "non ha più paura ed è pronta difendere i propri diritti. Nessuno crede più al presidente". Solo ieri sono state circa 150.000 le persone che si sono riversate nelle strade di Minsk, aumentando la pressione sul capo dello Stato già alle prese con gli scioperi in diverse fabbriche, che ha minacciato di chiudere. I dimostranti erano vestiti di rosso e bianco, i colori dell'opposizione, un gruppo di donne ha anche manifestato contro le violenze della polizia, che, secondo i media locali, ha cercato di disperdere la folla con cannoni ad acqua. "Abbiamo solo due richieste: elezioni libere ed eque e fermare le violenze", ha detto un manifestante. Finora le persone arrestate in Bielorussia durante le proteste sono state circa 7.000, alcune sono morte in circostanze misteriose.
Manifestazioni di solidarietà si sono svolte anche in Lituania, dove si è rifugiata la principale sfidante di Lukašenko. 50.000 dimostranti hanno formato una catena umana dalla capitale fino al confine con la Bielorussia. L'evento si è svolto nell'anniversario di una massiccia dimostrazione popolare, avvenuta il 23 agosto 1989, quando i baltici scesero in piazza per chiedere la fine dell'occupazione sovietica.
Thikanovskaya, che continua a convocare manifestazioni tramite video-messaggi, ha annunciato l'intenzione di tornare in Bielorussia per avviare un dialogo con il presidente, ma solo quando Lukašenko avrà liberato tutti prigionieri politici, compreso suo marito.


E. P.

Foto: Reuters
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