La legge italiana sull’ergastolo va riformata: lo ha deciso la Corte di Strasburgo che, rigettando la richiesta di Roma di un nuovo giudizio sul ricorso di un boss dell‘ndrangheta, Marcello Viola, condannato a quattro ergastoli per omicidi plurimi, occultamento di cadavere, sequestro di persona e detenzione di armi, ha di fatto dichiarato illegittimo il cosiddetto "ergastolo ostativo".
La norma italiana prevedeva il blocco di tutti i benefici, come lavoro all’esterno, permessi premio, e misure alternative alla detenzione, per chi non collabora con la giustizia.
La Corte ha però confermato la decisione del 13 giugno del 2019, che aveva dato ragione al boss, che aveva fatto causa allo Stato italiano.
I giudici hanno dichiarato “trattamento inumano e degradante” l’ergastolo ostativo, con una decisione che preoccupa politica e magistratura: in Italia ci sono 957 ergastolani per crimini di mafia, 1.150 collaboratori di giustizia e 4.592 persone sotto protezione.
Il timore dei giudici ora è che la sentenza della Corte europea rappresenti "un passo indietro nel contrasto alle organizzazioni criminali".
Alessandro Martegani