Nonostante la grande attenzione che a Trieste è stata posta sull’anniversario del centenario della marcia su Fiume di D’annunzio e dei suoi legionari la mostra che ripercorreva le gesta del poeta allestita dal presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri e dai suoi collaboratori al Salone degli incanti non ha raggiunto il successo di visitatori atteso.
Malgrado il budget di 445 mila euro utilizzato per allestirla (facendola diventare la mostra più costosa tra quelle organizzate all’ex Pescheria dal 2013), in quattro mesi l’installazione ha raggiunto solo i 12 mila ingressi.
A gioire di questi risultati, i detrattori dell’iniziativa che sin dal suo annuncio lo hanno bollata come un’operazione in salsa “revisionista”, volta solo a promuovere il nuovo libro di Guerri dedicato all’esperienza fiumana del vate: “Disobbedisco”.
Sicuramente la scelta del Comune di accompagnare la mostra con la posa di una statua dedicata a Gabriele D’Annunzio proprio il giorno dell’anniversario, non ha sicuramente giocato a favore della promozione della mostra rafforzando il pregiudizio già esistente della strumentalizzazione politica, fatta a livello locale e non solo, di questa celebrazione.
D’altronde questo centenario sin dalla sua nascita ha alimentato solo sterili contrapposizioni, dimostrando che per ora sulle coste dell’alto Adriatico i tempi non sono ancora pronti per parlare con serenità di queste pagine della storia. Forse lo si potrà fare tra cento anni, sempre se interesserà ancora a qualcuno.
Barbara Costamagna