I primi passi del governo Draghi, nonostante le attese delle categorie, non sembrano andare nella direzione di nuove riaperture: il modello a cui s’ispira il nuovo esecutivo, pur con la presenza di ministri di Lega e Forza Italia, è la Germania, ma dalle regioni sono giunte richieste precise per favorire la ripartenza dell’economia.
Lo stesso presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha sottolineato l‘esigenza accanto ad altri presidenti di regione, di ripensare al sistema di prevenzione, considerando anche la possibilità, dove possibile, di aprire i ristoranti la sera, così come le palestre, i teatri e i cinema, sia pur con una capienza molto ridotta. Il principio accanto alla necessità di far lavorare settori fermi da mesi, è anche quello di consentire ai cittadini di stare in ambienti controllati e a distanza come i ristoranti, piuttosto che tollerare gruppi incontrollati nelle case private o per strada, ma sul tema la discussione è aperta e ci sono anche molti pareri contrari.
Si tratta però di proposte che andranno discusse con il governo, che intento ha reso ancor più stringenti i parametri di assegnazione delle zone, e teme per una nuova ondata di contagi. Gli ultimi rapporti del comitato tecnico scientifico parlano esplicitamente di chiusure generalizzate a livello nazionale: una visione opposta a quella chiesta da regioni e comuni, che invece puntano eventualmente a lockdown molto localizzati.
Fedriga però sembra fiducioso nella possibilità di trovare una mediazione con la nuova ministra egli Affari regionali Maria Stella Gelmini in vista dell'adozione del prossimo Dpcm, che potrebbe disegnare la vita degli italiani per l’inizio della primavera.
Accanto alle misure di contenimento e alla discussione sulle eventuali riaperture, Fedriga sottolinea però anche l’importanza, “di un cambio di passo per la campagna vaccinale”, e soprattutto della necessità di avere dati certi sulla quantità di vaccini assegnati a ogni regione.
A riguardo il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi ha confermato che il Ministero della salute ha dato via libera alla possibilità di utilizzo del vaccino Astrazeneca fino ai 65 anni. La campagna vaccinale verrà quindi rimodulata per vaccinare tutti i soggetti under 65 compresi nelle categorie prioritarie indicate dal Governo.
A breve saranno coinvolti nella campagna vaccinale anche i medici di base, che hanno raggiunto un accordo con la giunta regionale, ampliando così gli operatori che somministreranno le dosi, e da oggi hanno preso il via le prenotazioni delle vaccinazioni per gli appartenenti ai corpi di Polizia locale e per il personale della scuola, che per motivi burocratici avevano subito una battuta d’arresto.
Per ora intanto la campagna vaccinale sembra dare delle prime indicazioni confortanti, con un crollo dei contagi all’interno delle strutture sanitarie dove la stragrande maggioranza degli operatori è già stata sottoposta al vaccino. Riccardi ha sottolineato che "il sistema sanitario in FVG sta dimostrando una grande capacità di immunizzazione, grazie alla professionalità e all'impegno del personale di tutte le aziende, ma la nostra possibilità di vaccinazione – ha aggiunto - è limitata alla disponibilità di dosi di vaccino consegnate dalla struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri".
Alessandro Martegani