Era già successo lo scorso 19 ottobre per la riunione convocata per parlare del tram di Opicina, e la stessa cosa si è ripetuta anche su un altro simbolo di Trieste attualmente al palo, l’Aquario Marino.
La riunione della commissione trasparenza del Consiglio comunale di Trieste era stata convocata per fare luce sulle difficoltà che impediscono la riapertura della storica struttura, chiusa dal 2019, e incappata, come per la linea del Tram, in una serie d’intoppi e lavori imprevisti.
Gli ultimi problemi riguarderebbero il nuovo impianto di riscaldamento, e un intervento sull’alimentazione di acqua marina, che non sarebbe più prelevabile direttamente a causa delle eliche delle navi da crociera che sollevano limo e inquinamento dal fondale.
Su questo la Commissione trasparenza voleva sentire l’assessora Elisa Lodi, ma anche questa volta la componente di Giunta a ha declinato l’invito a causa del mancato accordo sulla convocazione con il presidente del Consiglio comunale Francesco Panteca, che non riteneva la commissione trasparenza competente a discutere una materia che spetterebbe alla commissione opere pubbliche.
La stessa modalità della seduta sul Tram di Opicina e lo stesso risultato: la seduta si è trasformata in un j’accuse dell’opposizione sul metodo utilizzato dalla maggioranza, accusata di non volere il confronto in commissione, ma di anticipare gli stessi temi sui giornali. “Apprendiamo i problemi dei lavori sull’Aquario e su altre opere dalla stampa o dalle boutade del sindaco - ha sottolineato Alessandra Richetti dei 5 Stelle - che peraltro non trovano corrispondenza nella realtà. Tutti sappiano che queste opere hanno problemi, - ha aggiunto - ma qui c’è una giunta che non vuole dare risposte. Non prendeteci in giro! Ci sono interrogazioni e domande a cui non è mai stata data risposta. Questo è bullismo istituzionale!”
“Qui - ha aggiunto Paolo Altin di Porto Franco – siamo di fronte a una presidenza che respinge le domande di attualità perché ritenute non attuali, salvo poi parlare degli stessi temi sui giornali, e che, come è successo nell’ultima seduta del Consiglio comunale, fa votare su un documento sconosciuto all’aula”. “Se seguissimo il ragionamento della maggioranza, nessuna materia riguarderebbe la commissione trasparenza perché c’è sempre una commissione competente”.
Accuse che sono state ribattute dai consiglieri di maggioranza come Massimo Codarin. “Non si può usare – ha detto - la commissione per fare una conferenza stampa: se non vengono convocate le commissioni competenti – ha aggiunto -, l'opposizione può tranquillamente raccogliere le firme e convocarle. L'assessora non viene perché non c'è stata l'intesa con il Presidente del Consiglio comunale: lo ha fatto la volta scorsa e lo fa anche oggi per coerenza, ma nessuno si nasconde o evita il confronto”.
“La sede opportuna per discutere di questi temi è la commissione competente – ha aggiunto Mirko martini di Noi con l’Italia -: nella sede opportuna l'assessore non avrà alcun problema a intervenire. Il sottinteso dell’opposizione che questa amministrazione lavori senza trasparenza è particolarmente fastidioso”.
Un muro contro muro, che di fatto ha impedito alla commissione di chiarire i problemi che ostacolano la riapertura della storica struttura, e che, una volta di più, ha messo in luce l’incomunicabilità fra maggioranza e opposizione in Consiglio Comunale a Trieste.
Alessandro Martegani