Continuano a suscitare reazioni le parole del sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che aveva minimizzato le denunce per molestie presentate dopo il raduno degli Alpini di Rimini.
Dopo il passaggio in Consiglio comunale, in cui, nonostante le richieste di scuse e le critiche da parte dell’opposizione il primo cittadino aveva ribadito la propria posizione, il caso è stato al centro anche della manifestazione contro l’omotransfobia organizzata in piazza Unità: presente anche l’organizzazione NonUnaDiMeno, che aveva denunciato il caso ed era stata anche attaccata dallo stesso sindaco.
Il Sindaco, ha scritto l’organizzazione in una nota, “non ha fatto altro che ricordarci che, nella società patriarcale in cui viviamo, la mascolinità normativa si fonda proprio sulla possibilità di sentirsi potenti anche attraverso microaggressioni quotidiane o, sulla possibilità d’intervenire per cercare di togliere valore alla parola di chi non ci sta, di chi si ribella, di chi denuncia”. “Sminuire e giustificare quelli che sono atti di prevaricazione definendoli «apprezzamenti» - aggiunge l’organizzazione - contribuisce a mascherarne la violenza e rende chiunque lo faccia complice dei femminicidi, delle aggressioni omotransfobiche, degli stupri che minacciano la vita ciascuna di noi, fino a soffocarla”. “Chi sostiene e chi difende il Sindaco Dipiazza, chi gli rende possibile parlare senza subire conseguenze – ha concluso - è complice della cultura della violenza e dello stupro”.
A Trieste è apparso anche uno striscione, su un muro di una scalinata che porta alla centrale piazza Goldoni, con un attacco pesante diretto al sindaco: “Dipiazza amico degli stupratori”, dice lo striscione, incollato al muro nel corso della giornata di ieri e poi rimosso dalla polizia che ha avviato indagini.
Un episodio che rivela la tensione scatenata dal caso, del quale questa sera si occuperà anche la trasmissione Mediaset “le Iene”, che ha intervista, accanto a Roberto Dipiazza, anche l’assessore regionale del Veneto Elena Donazzan, esponente di Fratelli d'Italia che aveva parlato di “strumentalizzazione fatta a danno degli Alpini”. “Se uno mi fa un sorriso e mi fischia dietro - aveva aggiunto - io sono pure contenta”.
Alessandro Martegani