"Come in Slovenia, anche in Italia ci sono difficoltà nel trovare insegnanti di lingua slovena". La denuncia arriva dal consigliere comunale a Gorizia e presidente dell'SSO, la Confederazione delle organizzazioni slovene Walter Bandelj. Intervistato dall'agenzia STA, ha ribadito che "è necessario reclutare persone di lingua slovena per gli asili nido e le scuole materne", perché, ha aggiunto, ci sarebbero state segnalazioni da parte dei genitori che lamentavano il fatto che gli insegnanti non parlavano in lingua slovena con i bambini.
Nell’area di Gorizia, ha spiegato Bandelj, che ha portato la questione anche in consiglio comunale, c'è sempre meno personale docente ed educativo, e quelli che ci sono, ha aggiunto, spesso non hanno “una formazione adeguata da parte del sistema educativo, o se ce l’hanno è molto scarsa". La soluzione sarebbe assumere insegnanti provenienti dalla Slovenia, ma si tratta di un’operazione su cui le amministrazioni locali non hanno alcun potere, poiché la nomina dipende dallo Stato, ed inoltre, ha concluso, “anche in Slovenia mancano insegnanti, e, anche ammesso di avere i requisiti, insegnare in Italia non è conveniente dal punto di vista economico e professionale”.
Riguardo i requisiti necessari per insegnare in Italia, il responsabile dell'Ufficio per le scuole slovene presso l'Ufficio scolastico regionale per il Friuli-Venezia Giulia, Igor Giacomini, ha sottolineato come i problemi delle scuole slovene in Italia si protraggano da 20 anni, e, ha aggiunto, siano in gran parte ascrivibili alla legislazione italiana e slovena, e alle difficoltà per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti in Slovenia da parte dei giovani che vogliono insegnare in Italia. “Negli ultimi anni, ci sono state anche difficoltà nel riconoscere i titoli accademici conseguiti in Slovenia, principalmente presso le facoltà di pedagogia a Lubiana e Capodistria, per chi si candida a insegnare in Italia”.
"È paradossale – ha spiegato - che ora, a causa della legislazione europea, vi siano più problemi rispetto a prima: il riconoscimento dovrebbe essere automatico, a causa delle direttive dell'UE, in particolare l'ultima del 2013, poiché siamo tutti cittadini europei, ma non è così.
"Quando ci siamo trovati senza personale, alcuni anni fa, - ha concluso - ho chiesto al Ministero dell'Istruzione a Roma di conferirmi il potere di verificare i titoli accademici ottenuti in Slovenia. Fino al 2020, lo facevamo presso l'ufficio regionale di Trieste, ma poi i ministeri dell'Istruzione e dell'Istruzione superiore sono stati separati, e l'ufficio regionale non è più responsabile della verifica dei titoli accademici”.
Alessandro Martegani