Un’azione dimostrativa per contestare la narrazione dell’Impresa di Fiume e il mito di d’Annunzio.
Il monumento dedicato al poeta e soprattutto all’impresa di Fiume e ai Legionari, dai quali proprio la città di Ronchi ha preso il nome, è stato teatro di un’azione dimostrativa nella serata di ieri.
Un gruppo di cittadini ha raggiunto il monumento (una colonna sormontata da un capitello corinzio collocata su una base quadrata con un’epigrafe che ricorda l’impresa di Fiume), che sorge fra i comuni di Ronchi e Monfalcone, e ha attaccato alla struttura uno striscione con la scritta “Buon Natale di Sangue! Fiume 1920. 58 morti, grazie d’Annunzio”.
Un riferimento agli scontri iniziati a Fiume proprio il 24 dicembre del 1920, fra le truppe del Regio Esercito e le forze militari dell’autoproclamata Reggenza italiana del Carnaro, che segnarono la fine dell'impresa di Fiume: un episodio ribattezzato dallo stesso d'Annunzio come il “Natale di sangue”.
L’azione, che non è stata rivendicata da alcuna organizzazione, e si sarebbe dovuta svolgere lo scorso anno, a un secolo esatto da quegli avvenimenti, ma a causa delle restrizioni anti Covid è stata rinviata al 2021. Per gli organizzatori l’impresa di Fiume creò le condizioni per marcia su Roma e l’avvento del fascismo, oltre a provocare molte vittime anche fra la popolazione civile.
La stessa figura di d’Annunzio, nonostante i tentativi, in occasione del centenario dell’impresa, di sdoganare l’immagine del poeta dal fascismo, continua a far discutere. Anche la statua collocata a Trieste nella centralissima piazza della Borsa aveva provocato un duro scontro fra favorevoli e contrari.
A questo confronto si collega l’azione di questa notte, che però sembra essere stata interrotta da una mano ignota: gli autori, dopo aver scattato qualche foto, hanno attaccato lo striscione al monumento, ma la polizia locale di Monfalcone, giunta questa mattina sul posto per verificare, non ha trovato nulla. Qualcuno aveva evidentemente già rimosso lo striscione nella notte.
Alessandro Martegani