"Lega Friuli-Venezia Giulia ponte per l'Europa: amministratori concreti per un'Europa dei territori". Il Governatore Massimiliano Fedriga ha rivendicato con orgoglio lo slogan scelto per le prossime elezioni europee, ricordando che il Carroccio in regione è il primo partito. La rappresentanza territoriale e le competenze sono stati gli elementi principali per scegliere i tre candidati del partito guidato da Salvini, che probabilmente non a caso, durante la presentazione non è mai stato nominato. Elena Lizzi, Stefano Zannier e Anna Maria Cisint sono le scelte operata dalla segreteria del Friuli-Venezia Giulia, come ha spiegato il segretario regionale, il senatore Marco Dreosto.
A catalizzare le maggiori attenzioni è proprio il sindaco di Monfalcone, al centro dell'occhio mediatico per la sua lotta contro l''"islamizzazione" del suo comune, che nel caso di elezione al parlamento europeo abbandonerà lo scranno di cui ottenne la riconferma circa due anni fa con un vero e proprio plebiscito, visto che fu votata dal 72,4% dei cittadini della città cantierina. Cisint ha spiegato cosa farà se venisse eletta in Europa:
“Io posso rimanere sindaco fino ad elezioni espletate. Dopo si dovrebbe scegliere la strada; è chiaro che, se venissi eletta al Parlamento Europeo ovviamente mi dimetterei, però rimarrei a fare l'assessore piuttosto che il consigliere delegato. La mia presenza fisica a Monfalcone è ancora troppo importante; quindi, manterrei un ruolo assolutamente attivo all'interno dell'amministrazione".
Presenza importante confermata, oltre che dai risultati elettorali, anche degli attestati di stima che ha ricevuto da molti dei suoi concittadini.
“Ma sì diciamo che nel 2022 aver ottenuto quasi il 73% al primo turno è stata la dimostrazione dell'affetto, della stima, dei miei concittadini e devo dire che è la parte migliore di tutti questi sette anni, in cui ho lavorato tantissimo. Lo sto ancora facendo e non è soltanto una questione di ore e di giornate, è un impegno totalizzante per me, ma è una questione di impegno in una città molto complessa, dove porto avanti temi davvero difficili, in una località dove c'è la più grande azienda, con lo stabilimento più grande d'Italia, che è Fincantieri. Ci sono una serie di problematiche relative all'immigrazione, perché siamo arrivati a oltre il 31% di presenze di immigrati e di questo il 23% è musulmano ed ha generato un livello di, come dire, “pericolosità” ed anche di disequilibrio sociale molto evidente. Poi però abbiamo fatto tanto: abbiamo portato 110 milioni di euro per fare opere, siamo riusciti a realizzare scuole, strade, marciapiedi e abbiamo riqualificato il centro storico. Stiamo lavorando sulla cultura, sulla “riqualificazione” anche delle opportunità produttive, valorizzando la nautica, la portualità e la cultura. Abbiamo veramente fatto tanto. In questo momento siamo molto impegnati anche per mantenere e dare impulso al lavoro e stiamo chiedendo a Fincantieri di rivedere il proprio sistema produttivo. Noi riteniamo che gli operai siano un grande valore e debbano esserlo non attraverso soltanto i contratti di appalto e subappalto; quindi, noi siamo impegnati a voler dare stabilità ed assunzioni dirette anche ai manutentori, agli operai e poi devo dire ai valori, al nostro essere italiani, a tutto ciò che i nostri nonni ed i nostri padri ci hanno lasciato, che adesso è molto a rischio. Noi siamo i primi a vederlo, perché questa islamizzazione è un processo già partito. Il numero dei figli nati è troppo basso e quindi ci vuole coraggio, ci vuole energia, bisogna essere convinti che solo affermando valori, principi, storia, tradizione si può avere un futuro, altrimenti fra ottanta anni il popolo italiano non ci sarà più".
In questo senso, lei pensa sia utile cercare degli accordi anche con la Fincantieri? Ovviamente l’azienda ha convenienza a non assumere lavoratori non italiani.
"Siamo ad un tavolo che è stato organizzato dal viceministro Gava, con il Ministero del Lavoro, il Ministero dell'Interno, la viceministra Gava che è appunto quella che coordina e Fincantieri. Entro la primavera spero che raggiungeremo l’accordo su un protocollo, dove si dicono molte cose. Noi in questi anni abbiamo molto preteso da Fincantieri. In particolare, siamo riusciti ad ottenere la realizzazione di una scuola dell'infanzia, molte altre situazioni, ma oggi l’obiettivo è il lavoro all'interno di quella azienda, ed appunto questo protocollo potrebbe essere utile a riavviare il nastro, perché è chiaro che la bacchetta magica non ce l'ha nessuno, però il riavvio del nastro oggi per noi è fondamentale".
Davide Fifaco