Erano entrambi agenti della Guardia di Finanza, ed erano impegnati in un addestramento Giulio Alberto Pacchione, 28 anni, e Lorenzo Paroni, 30 anni, i due finanzieri morti mentre salivano in cordata sul Monte Mangart, sulle alpi Giulie, al confine tra Italia e Slovenia.
I due, dopo essere partiti giovedì mattina, non avevano dato più notizie: giunta la notte i colleghi della stazione di Cave del Predil, che avevano tentato invano di contattarli al telefono e alla radio, sono usciti a cercarli e hanno trovato al Rifugio Zacchi il loro mezzo. Una volta giunti alla base della parete hanno rinvenuto i corpi senza vita, ancora legati in cordata.
Ancora da stabilire la dinamica esatta dell'incidente, ma sembra probabile che i due siano stati colpiti e trascinati a valle da una frana o dal distacco di materiale dall'alto.
I due stavano risalendo la via Piussi, una via impegnativa, di sesto grado. Entrambi però erano alpinisti esperti: facevano parte della stazione di Cave del Predil del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Lorenzo era un Tecnico del Soccorso Alpino, mentre Giulio avrebbe dovuto a breve sostenere l'esame d’ingresso per entrare nel Corpo
"Tutte le donne e tutti gli uomini del Corpo Soccorso Alpino e Speleologico - ha detto Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, commentando la tragedia - abbracciano le famiglie e gli amici di Lorenzo e Giulio in questo giorno di dolore". "Continueremo la nostra opera di soccorso e aiuto al prossimo – ha aggiunto - anche in ricordo del loro prezioso contributo in questi anni di attività nel Soccorso Alpino".
Anche il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e l’assessore con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi hanno sottolineato come la morte dei due giovani, “due professionisti esemplari, che svolgevano il loro prezioso servizio per la collettività con impegno encomiabile" - hanno detto - “lascia sgomenta l'intera comunità della nostra regione”.
Alessandro Martegani