Con l’inaugurazione della mostra “D’Annunzio e i granatieri. L’amore per una città” hanno preso il via a Trieste le celebrazioni per il centenario dell’impresa fiumana. Una iniziativa che intende ripercorrere il rapporto tra il Vate e i granatieri, che parteciparono all'impresa di Fiume. A sostenere questo primo appuntamento anche il comune di Trieste.
"Abbiamo organizzato una serie di iniziative per celebrare il centenario dell’impresa di Fiume", ci spiega l'assessore all'educazione ed alla ricerca scientifica Angela Brandi, "perchè si trattò di una grande impresa, non solo militare, che cercò di realizzare un’utopia. Un sogno che per sedici lunghi mesi a Fiume divenne realtà: ossia quello di essere una città ideale, una città italiana. Noi, quindi, ricordiamo i cento anni dell’impresa di Fiume come viene fatto in tante altre città italiane, dopo che, per tanti anni ne è stata minimizzata la portata".
Un’impresa che viene ricordata in Italia, ma che a Trieste sta assumendo una dimensione particolare, soprattutto per la scelta del comune di inaugurare una statua a Gabriele D’Annunzio proprio il 12 settembre. Una iniziativa che ha sollevato polemiche da parte dell’opinione pubblica e della politica cittadina (con una petizione contro la statua e con una lettera aperta di una serie di consiglieri comunali dell'opposizione) che ritengono l’operazione una provocazione nei confronti della componente slovena e croata della città, che mette a rischio la convivenza e i rapporti con gli stati vicini, riportando in vita lo spettro dell'irredentismo.
"La statua è stato un dono del presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, che è anche il curatore della mostra sull’impresa fiumana allestita al salone degli Specchi", continua la Brandi, "La mettiamo a Trieste perché è sempre stata una città fortemente legata alla figura di D’Annunzio, visto che il poeta è venuto parecchie volte qui, da qui ha lanciato i suoi proclami e sempre qui, a San Giusto, è stato insignito della medaglia d’oro per mano del Duca d’Aosta. Perciò ci sono tanti motivi per i quali ha senso domani inaugurare la statua di D’Annunzio in piazza della Borsa".
A farle eco il sindaco Roberto Di Piazza che durante l’inaugurazione della mostra è intervenuto proprio sulla posa della statua dicendosi “orgoglioso di parlare di un grande italiano”, e rivendicando l’operazione perché ha detto Di Piazza “qualche volta bisogna parlare della nostra patria, della famiglia e dei nostri valori e noi cerchiamo di farlo anche così”.
Barbara Costamagna