Il sindaco Roberto Dipiazza ha spiegato di aver parlato con il ministro dell'Interno italiano, Matteo Piantedosi, e di avergli riferito che Trieste è "piena di extracomunitari in un progetto, quello di 65 ettari" per la rigenerazione di Porto Vecchio, "al centro della città.
Il primo cittadino giuliano ha aggiunto di aver parlato anche con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, e con la viceministra all'Ambiente e alla Sicurezza energetica, Vannia Gava, ed ha spiegato di aver chiesto loro di dargli una mano, per portare 'via un po' di gente come avete fatto a Lampedusa'.
"Hanno preso atto di quello che ho detto, poi ho consegnato anche un rapporto", ha proseguito il sindaco.
In precedenza, come rivelato dal quotidiano locale "Il Piccolo", Dipiazza aveva annunciato di aver iniziato a lavorare ad una misura radicale per liberare l'area dalle persone che vi si rifugiano, visto che lo sgombero del Silos non è stato sufficiente.
I migranti continuano infatti ad arrivare ed in assenza di altre soluzioni, trovano riparo nelle strutture di Porto Vecchio, entrando abusivamente nei magazzini, nelle aree ancora non interessate da cantieri.
Il sindaco, come riporta ancora "Il Piccolo", ha riferito che un paio di giorni fa è stato effettuato un sopralluogo nello scalo insieme al questore Pietro Ostuni, in seguito al quale ha appunto annunciato una «misura radicale» che verrà attuata nelle prossime settimane.
Misura che punterà a bloccare l'ingresso di altri richiedenti nello scalo e mettere in sicurezza, per quanto possibile, l'intera area, senza per ora entrare nei dettagli di questo provvedimento.
Sono un centinaio le persone che da mesi ormai vivono nello scalo; molti sono di passaggio, restano in città una notte o due, e tendono a sistemarsi sotto le arcate monumentali, subito dietro la fermata delle corriere. La tettoia di largo Santos è diventata quindi un accampamento di fortuna anche per numerose famiglie con bambini.
Davide Fifaco