C’è preoccupazione nella comunità slovena del Friuli Venezia Giulia per le notizie, per ora non confermate, della volontà del Ministero dell’istruzione di ridurre il numero di direzioni delle scuole con lingua d'insegnamento slovena in Regione.
La riduzione, secondo quanto riportato dal quotidiano della minoranza slovena in Italia Primorski Dnevnik, dovrebbe avvenire nel corso dei prossimi quattro anni, dal 2024 al 2027: le indiscrezioni sulla mossa di Roma erano uscite all'inizio dell'agosto di quest'anno, e sarebbero contenute in un regolamento del ministero non ancora pubblicato, ma confermato dai rappresentanti della minoranza slovena in Italia.
Le direzioni, e quindi anche le scuole slovene messe in discussione, non si sa ancora quali, sarebbero tre: due nell’anno scolastico 2024/2025 e una nell’anno 2026/2027, portando così il totale delle direzioni da 14 a 11.
Nonostante non ci sia ancora l’ufficialità, i rappresentanti della minoranza slovena sono già mossi per evitare un provvedimento che viene ritenuto anche contrario alle norme nazionali ed europee che tutelano le minoranza linguistiche: la regione ha inoltrato al ministero dell'istruzione una richiesta di chiarimenti, sottolineando che le scuole slovene in Italia sono tutelate dal Memorandum di Londra del 1954.
Anche Igor Giacomini, capo dell'Ufficio per le scuole slovene presso l'Ufficio scolastico regionale del FVG, aveva preannunziato un parere negativo alla riduzione da parte della Commissione regionale per le scuole slovene, che ha parere vincolante in materia.
Anche le organizzazioni della comunità slovena SKGZ e SSO hanno intenzione di sensibilizzare le autorità e i rappresentanti diplomatici della Slovenia, e il Comitato paritetico per le questioni della minoranza slovena in Italia affronterà la questione il 2 ottobre prossimo.
Il consigliere regionale dell’Unione Slovena Marko Pisani ha chiesto un incontro con l'assessora regionale all'istruzione Alessia Rosolen, mentre a Roma la senatrice Tatjana Rojc ha presentato un'interrogazione al Senato, firmata ancheda tutto il gruppo Pd in Senato e dai senatori Dürnwalder, Musolino, Patton, Spagnolli, Unterberger, del gruppo delle Autonomie.
“Il taglio delle scuole con lingua d’insegnamento slovena nel Friuli Venezia Giulia, previsto dal decreto interministeriale firmato dai ministri dell’Istruzione e del Merito Valditara e dell’Economia Giorgetti, è illegittimo- dice la senatrice nel testo -. Non risponde assolutamente alle norme, anche di valenza costituzionale, tuttora in vigore. Per qualsiasi decisione, deve essere convocata al più presto la Commissione scolastica regionale per l’istruzione in lingua slovena, cui spetta emettere parere vincolante sul dimensionamento scolastico, data la competenza regionale in materia e visti i termini strettissimi per l’adozione del relativo Piano regionale, fissati entro il 30 novembre 2023”.
“Né all’atto di adozione del decreto interministeriale del 30 giugno né in seguito – sottolinea la senatrice – è stata sentita per il prescritto parere vincolante la Commissione scolastica regionale per l’istruzione in lingua slovena, come impone la legge 38/2001, all’articolo 13, comma 3. E’ grave che un documento di simile portata non sia stato messo subito a disposizione della Commissione competente e – aggiunge Rojc - mi auguro sia chiarito se in questo ritardo vi sia stata solo superficialità o intenzione. Ora i tempi premono e la legge va rispettata”.
Nell’interrogazione si spiega che queste sono “norme speciali che si connotano non solo per la loro specifica missione di mantenere l’istruzione in lingua slovena del Friuli Venezia Giulia estranea al sistema scolastico nazionale per le ovvie specificità ma vanno altresì collocate nell’alveo della più ampia tutela della minoranza linguistica slovena, e, per quel che qui interessa, dello sloveno nel mondo dell’istruzione, che rimane ancora assicurata da un atto di diritto internazionale, quale è il Memorandum di Londra del 1954”.
Alessandro Martegani