Foto: Martegani
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“Spero che siano misure che durino il meno possibile, però non si può che condividere la scelta del governo", ovvero "che ci siano i controlli necessari in un momento di tensioni internazionali e di rischi legati a queste tensioni”.
Anche il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga, appoggia la decisione del governo di ripristinare i controlli ai confini, sospendendo di fatto il trattato di Schengen, in seguito alla crisi in Israele.
Fedriga ha ricordato che si tratta di una decisione assunta anche da altri paesi europei, e che non si tratta “di una misura che il governo ha preso dal punto di vista ideologico", ma "assolutamente pragmatica, nell'ottica della sicurezza interna".
“È fondamentale - ha aggiunto - avere un controllo del territorio, ancor più che in passato. Già vivevamo un momento difficile per l'arrivo di ingressi illegali nel nostro territorio, e se all'interno di questo processo si lega anche il rischio di infiltrazioni che possono esserci in Europa - ha spiegato - è chiaro che dobbiamo tenere l'allerta molto alta".
Fedriga non ha fatto previsioni sulla durata del ripristino dei controlli, per il momento 10 giorni, ma con la quasi certezza di una proroga. "Se c'è la necessità è giusto che venga prolungata – ha detto -: l'auspicio è che la situazione possa tornare alla normalità il prima possibile ma non è nelle nostre disponibilità saperlo e fare questa scelta, perché è collegata alle tensioni internazionali”.
Lo stesso ministro dell’interno italiano Matteo Piantedosi oggi ha partecipato in Lussemburgo al Consiglio affari interni dell’Unione europea, dove è stato affrontato il tema dei controlli di frontiera ai confini fra i Paesi dell’area Schengen, dopo gli attentati avvenuti in Francia e a Bruxelles. ”C’è stata – ha detto - una sostanziale convergenza, e ho precisato che si tratta di una misura temporanea".

Alessandro Martegani