"E l'antifascismo?".
Nonostante lo abbia citato nel suo discorso il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ancora una volta nei ringraziamenti non ha inserito la lotta antifascista ed è subito stato imbeccato dal pubblico, dopo il suo discorso in Risiera per la commemorazione del 79esimo Anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo.
Il primo cittadino giuliano ha voluto ricordare la storia dei valori democratici e la resistenza di un popolo, non di una sola parte, dopo la vergogna che il nazi-fascismo aveva gettato sull'Italia. Queste le parole conclusive di Dipiazza: “Oggi nel mondo è il tempo di un nuovo impegno da parte dei popoli e dei governi, per tornare a parlarsi con un linguaggio della pace. Viva la libertà, viva la Costituzione, viva la Repubblica italiana”, al termine delle quali dal pubblico sono partiti il grido “e l’antifascismo?” ed alcuni canti partigiani durati per qualche secondo in segno di protesta verso il discorso del sindaco.
Nel successivo intervento pronta risposta di Floriana Rizzetto, rappresentante nazionale dell'ANPI, che ha sottolineato come non tutta la popolazione italiana sia stata dalla parte giusta: “È nostro dovere ricordare questi eventi, contestualizzati per comprendere bene e consapevolmente le cause di quanto avvenuto e non farci trascinare da chi diffonde slogan propagandistici. Pietà per tutti i morti, ma una sola era la causa giusta e questo noi continuiamo a celebrare, anche a quasi ottant'anni dalla liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Perciò viva l'Italia libera, democratica, viva l'antifascismo, viva la nostra Costituzione”.
Il vicesindaco di Dolina-San Dorligo della Valle, Goran Čuk, ha invece ricordato l'aggressione dell'Italia contro la Jugoslavia durante il fascismo, con la nascita di misure repressive e violente e l'internamento nei campi di Arbe, Gonars e Renicci. Čuk ha anche ricordato i motivi per i quali la Risiera fu adibita a campo di concentramento: "Più ampi furono i movimenti di opposizione all'occupazione germanica, tanto che i nazisti sentirono il bisogno di adibire all'eliminazione su larga scala degli antifascisti, in primo luogo sloveni e croati, ma anche italiani, una struttura specifica, la risiera di San Sabba, utilizzata anche come centro di raccolta per gli ebrei da deportare nei campi di sterminio. Oltre ai campi dei nazisti, devono essere ricordati e altrettanto condannati anche quelli fascisti".
Davide Fifaco