Presentato a Gorizia il libro "Gorizia, ricostruzione e identità nazionali (1947-1954)". Nella pubblicazione si analizzano le violenze a Gorizia nel 1947 allo stabilirsi del confine con la Jugoslavia, descritte nel dettaglio grazie al preciso lavoro di ricerca negli archivi storici da parte degli autori ed anche la direzione che prese l’enorme flusso di denaro che giunse a Gorizia dalla Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso l’Ufficio zone di confine.
Il volume, scritto da Anna Di Gianantonio, Ennio Francavilla e Tommaso Montanari è parte del progetto triennale "Fare e raccontare storia 2021-2023" finanziato dalla Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia.
Proprio Anna Di Gianantonio ci ha spiegato come è nata l'idea di quest'opera:
"È frutto anche di ricerche precedenti, ed è nato per capire quali sono le radici del nazionalismo, che è stato un elemento abbastanza presente nella vita della città e appunto, quali sono le sue origini. La tesi di fondo è che il nazionalismo non sia una cosa, un sentimento, nel DNA delle persone, ma sia un processo di costruzione proprio dell'italianità, dovuto a politiche pratiche, anche però a politiche della memoria, che sono state molto presenti in città. Il volume si apre con la ricostruzione delle violenze del 1947, quando la guerra era ormai finita e c'è quello che gli sloveni nella loro pubblicistica chiamano un vero e proprio 'pogrom', quindi una distruzione dei negozi, dei locali pubblici, delle abitazioni degli sloveni. Poi ci sono tutta una serie di politiche contro gli sloveni, sia sulla restituzione dei cognomi, sia sul bilinguismo, sia sulle scuole slovene, sia sul Trgovski dom, che segnano la vita politica della città anche negli anni futuri".
Davide Fifaco