Foto: MMC RTV SLO
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Un'ingiustizia, quella di far pagare di più la patente ai cittadini con nomi con la grafia slovena. Una scelta inspiegabile con la tecnologia attualmente a disposizione e che, ad esempio, in Alto Adige non viene applicata, per questo motivo, dopo averne ricevuto segnalazione, la Senatrice italiana appartenente alla Comunità slovena di Trieste, Tatjana Rojc, ha presentato un'interrogazione al parlamento, come lei stessa ci ha spiegato:

"Sono stata contattata da un cittadino italiano, appartenente alla Comunità slovena, che doveva rinnovare la patente, ma all'ACI gli hanno detto che, sì certo, era possibile, ma questa è una battaglia vecchia che abbiamo fatto, che abbiamo portato a termine durante la precedente legislatura, per avere appunto i segni diacritici sloveni nei nomi e nei cognomi di chi ha questo tipo di cognome. Dopodiché gli è stato risposto che era possibile, però bisognava pagare circa oltre i 50 € in più ed attendere dieci giorni in più. Per l'attesa possiamo anche soprassedere, ma pagare per un diritto mi è sembrata una cosa abbastanza sconcertante.
Ovviamente io ho fatto chiedere anche ad alcune autoscuole a Trieste, che hanno confermato questa situazione, a quel punto l'ufficio legislativo del Senato mi ha dato il via libera per poter stendere una interrogazione al ministro Piantedosi, visto che, a parte che ci sono due pesi e due misure tra i cittadini italiani, cosa che mi pare abbastanza scandalosa, questo è la prima cosa. La seconda cosa, questo diritto ad avere il proprio nome scritto nella forma corretta è un diritto sancito per legge. Abbiamo una legge, la 38 del 2001, che ci dà questo diritto, che dovrebbe essere un diritto universale.
Quindi qui stiamo camminando su un terreno molto molto scivoloso; francamente in un'epoca digitale che, per pigiare tre tasti diversi, ci vengono chiesti oltre 50 euro, sa molto di voler creare delle difficoltà e magari far desistere chi reputa che questa spesa sia una spesa per lui pesante. Allora forse si riteneva che questo fosse un artificio per far desistere alcune persone, per poi farci dire che tanto nessuno lo richiede, o pochissimi lo richiedono e quindi lasciare perdere.
Ma nell'Alto Adige mi risulta molto bene che non ci siano difficoltà con l'Umlaut e non mi pare che le vocali con il segno diacritico dell’Umlaut rientrino nell'alfabeto italiano".

Davide Fifaco