Foto: Radio Capodistria/Fifaco
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Centinaia di persone dei settori Trasporto, Scuola, Salute ma anche pensionati e operatori della Cultura hanno manifestato a Trieste davanti al Palazzo della Regione, attiguo a Piazza Unità. Una protesta nata contro la Legge di bilancio del governo Meloni, che va ad intaccare maggiormente proprio questi settori.

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Ne abbiamo parlato con il segretario generale della Cgil del Friuli-Venezia Giulia e di Trieste, Michele Piga: "Noi pensiamo che questo governo abbia fatto delle scelte che sono corporative, danno la risposta ai lavoratori autonomi e penalizzano fortemente i dipendenti pubblici. i lavoratori dipendenti dei settori privati e mette mano nelle tasche dei pensionati. È una scelta che non dà una risposta ai problemi che noi abbiamo; l'erosione del potere d'acquisto dei salari, l'erosione del potere d'acquisto delle pensioni non vengono affrontati, anzi vengono assolutamente penalizzati. C'è un definanziamento dello stato sociale sulla sanità che a noi preoccupa fortemente, per i bisogni di salute che questo territorio ed il nostro Paese esprimono. C’è un attacco gravissimo alle pensioni dei lavoratori privati, allungando i tempi e tagliando l’assegno in termini gravissimi. Non dà una risposta previdenziale per i giovani. Diciamo che è una manovra completamente sbagliata. Le adesioni che noi stiamo ricevendo parlano di una grande partecipazione allo sciopero ed i presidi molto partecipati in tutta la regione. Le lavoratrici ed i lavoratori sono con CGIL e UIL in questa protesta, ma adesso la palla passa al governo che deve cambiare le scelte che ha fatto in questa legge di bilancio".

Una delle aggravanti è anche questa precettazione fatta dal Ministro dei Trasporti Salvini.

"Il ministro Salvini è stato scorretto; è intervenuto sul diritto individuale allo sciopero. Però io posso dire che nonostante questo intervento siamo oltre il 50% di adesione nel trasporto pubblico locale, nonostante le difficoltà che vengono messe da questa precettazione- È un segnale forte di democrazia, di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori a cui questo governo ed il ministro Salvini devono dare una risposta con la quale devono fare il conto".

Davide Fifaco

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